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Deputato Pd a processo: "rubato" il profilo Facebook della ex

Ernesto Carbone accusato di aver sottratto password e username di social network e casella mail a Giorgia Battelli, per poi diffamarla

Giulio Bucchi
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di Ignazio Stagno Un deputato democratico, Ernesto Carbone, venerdì andrà a processo per "sostituzione di persona" e sottrazione di password nei confronti della sua ex, Giorgia Battelli. La donna dopo aver "mollato" il deputato del Pd si è ritrovata il profilo Facebook bloccato. Secondo l'accusa Carbone avrebbe rubato la password e la username della sua ex per controllare e gestire il profilo della donna. Carbone a sua volta aveva querelato la sua ex dicendo di aver ricevuto dalla donna minacce sulla propria casella di posta elettronica. La polizia postale indaga e scopre che le mail avevano il nickname della donna ma che in realtà partivano da utenze riferibili a Carbone, come racconta il Resto del Carlino. Ma Carone non si è fermato. Anzi ha alzato la posta. Cosi, secondo gli esperti di Palo Alto, interpellati dalla polizia italiana, Carbone avrebbe inviato da un altro indirizzo una pioggia di mail tra i conoscenti della Battelli, gli enti locali e i giornali con contenenti pesanti allusioni a favoritismi goduti dalla donna sul lavoro. La difesa di Carbone - "Non ho utilizzato la sua mail - dichiara Carbone - e anche la mia casella è stata oggetto di intrusioni. Le mail partite dalle mie utenze? Lei aveva accesso alla linea e al mio palmare. Le accuse parlano anche di mail partite dai pc del Senato, ma io non ho mai avuto l'account necessario a usarli", si difende il deputato. "I fatti sarebbero stati commessi dal mio indirizzo privato e e da un indirizzo con il mio nome e dominio del Senato, nei mesi di aprile e maggio del 2009 - ricostruisce la vicenda Carbone -. Il 30 marzo 2009, quindi prima dei fatti a me contestati, ho sporto regolare denuncia al Comando Carabinieri di Bologna per anomalie sulla mia posta elettronica e sul mio profilo Facebook. Non ho, e non ho mai avuto un indirizzo mail del Senato e i servizi informatici lo hanno dichiarato".  

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