Lo scoop del Fatto quotidiano:Totò Riina intercettatomentre (stra)parla di ciliege
Un'intera pagina di parole sconclusionate per arrivare al punto in cui il boss dice di Renato Schifani: "E' una mente". Sottinteso: il senatore Pdl è un mafioso
Il teorema è il seguente: il senatore del Pdl Renato Schifani è un mafioso perchè il padre è nato in un paese della Sicilia famoso per la bontà delle sue ciliege. A sostenerlo è Il fatto quotidiano, che oggi dedica la quasi totalità della sua pagina 11 a una intercettazione telefonica eseguita nei confronti di Totò Riina, detenuto nel carcere di Opera. E' il 10 giugno 2008 e da Riina arrivano in visita la moglie, la sorella e la figlia. Il boss sa di essere intercettato (e filmato), perchè tutti i suoi colloqui coi visitatori lo sono. Il quartetto parla di...ciliege. Il boss dei boss racconta che gliene hanno portate che costavano 8 euro e mezzo al chilo: "Sedicimila lire, e che sono, d'oro 'ste ciliege?". 'A quel punto" scrive in neretto il Fatto, è la figlia Lucia che interviene. E qui ci si aspetta il botto, qualcosa di clamoroso. E invece no, Lucia Riina continua con le ciliege: "Le ciliege, quelle di Chiusa, sono buone da noi". Totò è colto da una folgorazione: "Vengono da Chiusa...le ciliege vengono da Chiusa Sclafani" dice. E giù a parlare delle ciliege di Sicilia, sulle quali il Fatto riporta parola per parola quanto detto da Riina. La figlia, a quel punto forse stufa delle ciliege (come, immaginiamo, anche i lettori del Fatto), fa riferimento a qualcuno che aveva un terreno in zona. E il padre la segue, dicendo "è il paese di un senatore siciliano...un senatore di Forza Italia...il senatoreSchifani". E poi la frase "incriminata" dal Fatto: "E' una mente è". Beccato! A Riina piace Schifani perchè "è una mente". Eccolo il teorema: se a Riina piace Schifani, anche a Schifani deve piacere Riina. Lo dice la proprietà transitiva, no?