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Kyenge: Abolire il reato di immigrazione clandestina. Pdl in rivolta: Biancofiore cacciata per molto meno

Nicoletta Orlandi Posti
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L'intenzione del ministro per l'integrazione di abolire il reato di immigrazione clandestina ha scatenato la rivolta del Pdl. Non solo per i contenuti del provvedimento, quanto piuttosto per il diverso trattamento che Enrico Letta le ha riservato. A Michaela Biancofiore, per molto meno, sono state ritirate le deleghe. La pasionaria azzurra aveva espresso considerazioni sull'omosessualità a livello personale, mentre Cecile Kyenge ha parlato come membro del governo. "Un governo di coalizione", puntualizza la senatrice Anna Maria Bernini portavoce vicario del Pdl, "che vive anche grazie al sostegno del Pdl, e ai suoi voti sui singoli provvedimenti". Per la Bernini "le opinioni politiche di Cecile Kienge su cittadinanza e reato di immigrazione clandestina sono perfettamente legittime se espresse a titolo personale, ma fuori luogo se pronunciate nelle vesti di ministro della Repubblica". Anche perché il ddl sullo ius soli e l'abolizione del reato di immigrazione clandestina non solo non sono delle priorità di questo momento, ma più in generale, puntualizza la Bernini "non fanno parte di quell'agenda di governo su cui Enrico Letta ha incassato la fiducia delle Camere". Per questo, incalza l'azzurra, "sarebbe opportuno che il Presidente del Consiglio chiarisse bene ai suoi ministri quali sono i confini politici e programmatici di questo esecutivo, al fine di evitare episodi di destabilizzazione. Le assolute priorità su cui deve ora concentrarsi l'attività di governo sono l'abolizione dell'Imu e la riduzione della pressione fiscale su lavoro e imprese". "Non si esageri e si usi maggiore cautela anche da parte dei membri del governo", ha tuonato il presidente dei senatori del Popolo della libertà Renato Schifani. "Quello del ministro Kyenge, che annuncia urbi et orbi che il reato di immigrazione clandestina andrebbe abrogato ed un ddl sullo ius soli nelle prossime settimane, è soltanto l'ultimo episodio, ma è sintomatico -ha aggiunto- di un atteggiamento che non tiene in alcun conto il ruolo del Parlamento e il necessario coordinamento con i capigruppo della maggioranza, richiamato espressamente dal presidente del Consiglio nel suo intervento. Non si possono fare proclami solitari, senza che gli argomenti siano discussi e concordati in un ambito collegiale". "Ci auguriamo -ha concluso- che si cambi rapidamente registro e ci si renda conto che il governo attuale è fatto di larghe intese e dunque di scelte comuni. Le iniziative personali ed i diktat, come quello di Fassina e compagni sul presidente Berlusconi, non inducono all'ottimismo". Quanto al contenuto della dichiarazione della Kyenge, il vicepresidente del Pdl a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, ci tiene a precisare: "Una cosa è voler rafforzare le politiche di integrazione garantendo diritti agli immigrati regolari, un'altra imporre lo ius soli". "La cittadinanza automatica per il solo fatto di nascere in Italia non è praticabile", puntualizza: "L'azione del governo deve piuttosto essere volta a far rispettare le leggi vigenti. Una task force che veda interessata anche il ministro Kyenge per verificare la reale condizione dei tanti immigrati presenti in Italia sarebbe un primo passo". Categorica la Lega: "La ministra dell'Integrazione pensa che andrebbe abolito il reato di immigrazione clandestina. Io invece penso che andrebbe subito abolito proprio il ministero dell'Integrazione", scrive il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, su Facebook. In difesa del ministro si schiera il deputato del Pd, Edoardo Patriarca: "Il ministro non fa proclami solitari. Quanto esprime è da tempo sentito dalla popolazione italiana. Non vorrei che una parte del Pdl esprimesse solo una posizione ideologica". ''Siamo in una situazione politica che richiede il massimo senso di equilibrio e l'appello alla sobrietà deve valere per tutti, non solo per i sottosegretari,ma a maggior ragione per i ministri e i viceministri. Le missioni fondamentali di questo governo sono due: e riguardano la crescita e le riforme istituzionali con legge elettorale incorporata'', ammonisce il deputato Pdl Fabrizio Cicchitto. ''Ipotizzare iniziative legislative di singoli ministri - sostiene Cicchitto - per di più su qualcuno dei temi piùcarichi di elementi divisivi, come quello riguardante la cittadinanza, è un errore. Proprio per assicurare al governo una vita sicura lungo i 18 mesi ipotizzati dal presidente Letta è indispensabile un coordinamento sistematico fra il Presidente del Consiglio, il ministro dei Rapporti con Il parlamento e i capigruppo della maggioranza''. 

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