Saccomanni, il nuovo ministro dell'Economia che elogiava Monti
Nel gennaio del 2012 il dg di Bankitalia spese parole d'encomio per l'operato dei tecnici. Ma si è vista soltanto recessione...
Alla fine, nella corsa al ministero per l'Economia, la spunta Fabrizio Saccomanni, il dg di Bankitalia. Palazzo Koch, insomma, sforna un'altro membro di spicco per un nuovo esecutivo. Apprezzato economista, dopo una lunga carriera nell'istituto di via Nazionale, arriva al dicastero di via XX Settembre. Laurea ovviamente alla Bocconi di Milano, entra in Bankitalia nel 1967 nell'Ufficio Vigilanza della Sede di Milano. Dal 1970 al '75 fu distaccato presso il Fmi, con la carica di economista nel Dipartimento Rapporti commerciali e di cambio. Poi il rientro in Bankitalia: quando Mario Draghi lasciò per la Bce, lui era uno dei nomi in lizza per la successione. Sul conto di Saccomanni pesava il veto di Silvio Berlusconi, che non avrebbe voluto tecnici nel governo Letta. Ma il dg di Palazzo Koch l'ha spuntata comunque. Così, a muovere le leve dell'economia del Belpaese, avremo un altro tecnico. Un altro bocconiano. Un "professore" (in senso lato) che non sposa in toto la linea del rigore germanocentrica ma che, in tempi recenti, ha speso parole d'encomio per il lavoro di Mario Monti al governo. Era il 31 gennaio del 2012, il "salva-Italia" (che in verità, l'Italia, l'ha messa in ginocchio) era stato varato da poco. Imu, tasse, esodati: la culla in cui è cresciuta la recessione che covava nel Paese. E Saccomanni, quel 31 gennaio del 2012, disse: "Le misure varate dal governo Monti hanno come effetto un ritorno positivo sulla crescita". Bene. A distanza di più di un anno da quella dichiarazione, ora che il governo Monti è destinato a diventare solo un (brutto) ricordo, la crescita non l'ha vista nessuno. Semmai l'esatto opposto. Il nostro nuovo ministro dell'Economia, insomma, in un passato piuttosto recente ha dimostrato di non avere le idee particolarmente chiare...