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Dario Fo, Alfano: "Revocategli il Nobel"

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Dario Fo

Su Renato: "Piccolo, il cervello di più. Ministro? Col seggiolino. Schifani? Il nome dice tutto". Rivolta Pdl. Alfano vuole togliergli il Premio

Ignazio Stagno
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Doveva essere il prossimo presidente della Repubblica (grillina). I cinque Stelle lo hanno pure snobbato preferendogli Rodotà. Ora Dario Fo deve essere uscito di senno. Lui, uomo di cultura e Nobel per la letteratura, ai microfoni de La Zanzara di Radio 24 si è lasciato andare a commenti e affermazioni su Renato Brunetta, capogruppo alla camera del Pdl e in corsa per la poltrona di ministro dell'Economia, davvero inaccettabili. Commenti che hanno scatenato la rivolta del Pdl. Angelino Alfano si è spinto a chiedere la revoca del premio Nobel. "Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all'altezza della situazione - ha sparato Fo -. Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sè". Il delirio di Fo prosegue, subito dopo rincara la dose: "Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta e alla società per non avere l'angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Il cervello di Brunetta, quello sì che è ancora più piccolo". Il Nobel è una furia e dopo aver impallinato il povero Brunetta sposta il mirino su Renato Schifani. "Schifani fa schifo" -  Anche l'ex presidente del Senato è in  corsa per un posto nel nuovo governo Letta. Ma Fo non gradisce e attacca: "Schifani al governo? il cognome è onomatopeico. Dentro il suo nome c'è tutto. Il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone. Con questi al governo mi hanno copiato delle scene intere da Mistero Buffo". Insomma Fo non risparmia nessuno. Ma il suo accanimento su Brunetta è in linea con il filo rosso che unisce tutti i "big" grillini. L'altro candidato al Colle per il Movimento, Gino Strada aveva detto dell'ex minstro: "Quando ho votato per il sindaco di Venezia ho scelto Orsoni perché ho semplicemente pensato che Brunetta fosse esteticamente incompatibile con la città". Brunetta aveva in quel caso aveva risposto a muso duro: "Anche nella Germania degli anni Trenta c'erano medici colleghi del dottor Strada che esprimevano opinioni estetiche simili a quelle espresse da Strada. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. E da vergognarsi". Brunetta ormai è un bersaglio dei grillini. Gli stessi che predicano uguaglianza e rispetto per tutti. Tranne che per Brunetta. Fo comunque non risparmia nemmeno il Pd e chi ha bruciato la candidatura di Prodi al Colle: "Quelli che hanno affossato Prodi sono degli zozzoni, dei vigliacchi, dei maledetti e dei bastardi per la situazione in cui ci hanno messo. Sono abili distruttori della parola data”. Qualcuno dovrebbe ricordare a Fo che Mortadella non è stato votato nemmeno dai grillini... Il repubblichino Fo - Toni sprezzanti, inaccettabili, durissimi, quelli utilizzati da Dario Fo. Parole che pesano come pietre nei giorni in cui, faticosamente, per risolvere lo stallo istituzionale sta per nascere un governo d'intesa tra Pd e Pdl. Parole scomposte nei giorni in cui il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, chiede un clima di riconciliazione, chiede unità nazionale, chiede di abbassare i toni per trovare quell'unità necessaria per far uscire il Paese dal pantano. E' strano che proprio Dario Fo, ex repubblichino (si arruolò giovanissimo nell'esercito fascista) non riesca a comprendere questa esigenza di riconciliazione. Quella medesima "riconciliazione" che gli permise di accantonare il suo passato fascista e di arrivare fino al primo Nobel. Quel passato fascista che nei giorni della liberazione, a molti suoi commilitoni, costò la vita. "Revocategli il Nobel" - Le dichiarazioni di Dario Fo, in particolare quelle durissime contro Brunetta, come detto non sono sfuggite agli azzurri. Il Pdl esplode. In prima fila Angelino Alfano: "Sono dichiarazioni spregevoli, colpiscono per la gratuit volgarità. Il personaggio, evidentemente, è ben lontano dal senso alto della politica e offende impunemente, credendo di divertire come durante uno spettacolo di cabaret di scadente livello. In realtà, offende solo se stesso, la sua storia e la sua professionalità". Il segretario rincara: "Insulti come quelli rivolti da Fo ai capigruppo Pdl di Senato e Camera per il loro carico d'odio e l'istigazione alla violenza politica sono indegni di un premio Nobel che dovrebbe invece incarnare e diffondere ben altri valori. Per l'oltraggio inferto all'essenza stessa del Nobel, questo prestigioso premio dovrebbe essergli revocato". Quindi Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl alla Camera" Se penso che c'è chi ha provato a candidarlo alla Presidenza della Repubblica mi vengono i brividi. Il razzismo con cui oggi si scaglia contro i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani è semplicemente vergognoso" "Un razzista" - La rivolta del pdl continua con le parole di Daniela Santanchè: "Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Evidentemente è ciò che è capitato a Dario Fo, premio Nobel. Si supponeva fosse un uomo colto invece insulta, colpendo sul piano personale e non solo i capigruppo Pdl, Brunetta e Schifani. Battute, le sue, del tutto prive di spirito, degne di uomini ignoranti e beceri". Per Mariastella Gelmini "la volgarità di Fo interpreta e condensa il livore del partito degli irriducibili". La Gelmini aggiunge che "lo scorno per la nuova politica che l'Italia ha finalmente deciso di avviare per  battere la crisi gioca anche a lui un brutto scherzo: ora il suo razzismo non è più un mistero e per niente buffo". Per il deputato azzurro Simone Baldelli, invece, Fo meriterebbe il Premio Nobel...per il cattivo gusto".

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