Quirinale, Prodi sconfitto. Gli hanno portato jella Bersani e... Burlando
Romano, in Mali, è stato massacrato dal Pd a Montecitorio. Tutto è iniziato male: dalla "acclamazione" imposta da Pier alla telefonata d'auguri dell'amico governatore
La sconfitta umiliante di Romano Prodi ha due "colpevoli" e un comune denominatore: la jella. Non c'è niente da fare: l'avventura del Mortadella sulla strada del Quirinale è stata accompagnata da una cattiva luna. Quella che che venerdì mattina, tramontando, ha convinto il segretario del Pd Pierluigi Bersani a fare acclamare il professore presso i grandi elettori democratici riuniti al Teatro Capranica di Roma. Imposto a furor di popolo, peccato che quel popolo al momento decisivo se la sia data a gambe levate. Ma la chiave dell'insuccesso di Prodi, come scrive Franco Bechis su Twitter, è in una telefonata ricevuta dal Prof subito dopo quell'investitura. Lui era in Mali, in visita istituzionale per conto dell'Onu. L'amico dall'altra parte del telefono, che gli ha annunciato la candidatura, era il governatore democratico della Liguria Claudio Burlando. "Buona fortuna, prof!!!", scriveva ironicamente Bechis prima del verdetto di Montecitorio. E di sicuro non è stato lui a menar jella.