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Quirinale, la Gabanelli rifiuta la candidatura: "Non ho le competenze"

Milena Gabanelli

Il vero candidato di Grillo è Rodotà, con un unico obiettivo: fare scacco matto al Pd. Che dovrà spiegare ai suoi elettori perché non lo vota...

Sebastiano Solano
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di Sebastiano Solano Il bluff di Beppe Grillo è durato giusto qualche ora: Milena Gabanelli ha risposto picche alla richiesta del M5s di candidarsi al Quirinale con il M5s. Lo ha fatto da Ballarò che l'ha intervistata in esclusiva per la puntata di stasera. La conduttrice di Report ha dichiarato: "Ci penso stanotte, non saprei cosa rispondere, è una cosa più  grande di me, e credo che per ricoprire un ruolo così alto ci voglia una competenza politica che io non credo di avere".  Il cavallo di troia - Chiaro, no? Ovvio, non è un no perentorio e non potrebbe esserlo: i due, Grillo e la Gabanelli, come ammette lei stessa sono amici, si stimano, e magari nonostante le smentite persino lei qualche pensierino al Colle più alto di Roma l'ha fatto. Ma la decisione ormai è presa. Niente Quirinale, o meglio, niente candidatura. Del resto, una giornalista come presidente della Repubblica, per quanto possa essere pulita, stimata e imparziale, aveva fatto storcere a tanti, soprattutto per quelle competenze politiche lei stessa ha ammesso di non avere.  Il vero candidato - E ne è consapevole persino Grillo, che la candidatura della giornalista l'ha buttata lì, specificando che se lei avesse rifiutato si sarebbe andati avanti sostenendo il candidato arrivato subito dopo alle Quirinarie. Quindi Gino Strada, che però ci ha rinunciato ancor prima di conoscere i risultati. Non rimane quindi che Stefano Rodotà, terzo classificato, che è il vero candidato del M5s, l'unico a poter mettere in serie difficoltà il Pd. E infatti oggi, Grillo ha addirittura aperto per la prima volta ad una futura collaborazione con Bersani, se questi farà convergere i voti del suo partito sulla Gabanelli o su Rodotà.  Scacco matto al Pd - Una proposta che rischia di avere forti ripercussioni sulla tenuta del Pd: come fare a non votare un costituzionalista, ex-deputato del Pci, che quindi, a differenza della Gabanelli, avrebbe la necessaria competenza per assolvere alla funzione? L'obiettivo di Grillo, consapevole di non avere nessuna possibilità di eleggere un proprio candidato al Quirinale, era infatti proprio questo: scoprire gli altarini di Bersani, gridare all'inciucio e così fare scacco matto al Pd, che infatti considera la proposta irricevibile, poiché a Largo del Nazareno ritengono di dovere indicare loro una rosa di nomi su cui ci sia la massima convergenza possibile in Parlamento. E soprattutto, perché su Rodotà non ci sarebbe la convergenza di Lega, Pdl e Scelta Civica: un nome troppo di parte, troppo radicale per poter diventare presidente della Repubblica. 

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