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Battiato a 'Servizio Pubblico': "Il Parlamento un troiaio"

Franco Battiato

Il cantautore trova asilo a 'Servizio Pubblico' e continua nella sua tirata. Crocetta: "Non voleva fare l'assessore". E lui: "Tramavano contro di me"

Andrea Tempestini
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  Dopo le "troie in Parlamento" rispunta Franco Battiato, ospite del teletribuno, Michele Santoro, nella puntata di Servizio Pubblico di giovedì 11 aprile. Il cantautore, "dimissionato" da Rosario Crocetta dall'assessorato al Turismo della Regione siciliana, non cede di un millimetro. Sì, dopo la "sparata" si era scusato (evidentemente sperando di non venire silurato), ma ora che è stato sollevato da incarichi istituzionali rincara la dose. "C'è un solo modo per dire certe cose. Se dentro il Parlamento ci sono dei fetenti, io cosa posso dire se non che è un troiaio?". Battiato poi ribadisce che non si era trattato di un insulto misogino: "E' un'espressione simbolica - ha spiegato - fatta per esprimere una corruzione dilagante. Ci sono parlamentari che hanno accettato denaro per votare decreti e leggi dannose per il Paese. Questi devono essere espulsi". Battiato conferma: "Che troiaio" Guarda il video su Liberotv Scontro con Cacciari - Nel corso della trasmissione c'è spazio anche per il battibecco con Massimo Cacciari, più agguerrito che mai. Il filosofo critica il MoVimento 5 Stelle: "Loro una forza di governo? Non prendiamoci in giro. Non hanno neanche un programma". Battiato replica con uno dei mantra preferiti dagli adepti del grillismo: "E gli altri in 20 anni cos'hanno fatto?". Già, il cantautore è incantato dal ducetto Beppe, lo scimmiotta anche nel parlare. E quelle "troie in Parlamento" lo dimostra. Una battuta che, come detto, gli è costata la revoca dell'assessorato al Turismo che gli offrì Crocetta. E a Servizio Pubblico, in un'intervista, parla proprio Crocetta: "Il licenziamento di Battiato è stato l'atto più sofferto. Ha un 'io' diviso, compreso quello che ama l'arte e capisce i suoi paradossi. Ma quando si sta nelle istituzioni non si ha tutta questa libertà”. Per Crocetta la frase sulle “troie” resta misogina, anche se assicura che Battiato non lo sia affatto: “A un'avversaria non puoi dire 'troia', non lo si dice a nessuno: è qualcosa che entra troppo nel privato”. Poi Crocetta aggiunge anche che "a Battiato non frega nulla di essere assessore". I fantasmi - Si torna in studio. Riprende la parola Battiato. Che beatamente conferma: "Quello che dice Crocetta è vero, mi interessa poco fare l'assessore. Sapevo cosa avrei dovuto fare, ma lui ha insistito con la storia dell'assessore e l'ha pagata". Infine, per non farsi mancare nulla, Battiato - da vero grillino - evoca scenari torbidi e complotti, una sorta di piccola "trilateral sicula" che ha operato dietro le quinte per metterlo fuori gioco. "Quello che non può dire Crocetta è che qualcuno sopra di lui gli ha detto che ero scomodo e di cacciarmi. Orami covava quest'idea da cinque mesi". Battiato, insomma, grida al complotto.  

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