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Cruciani si difende sulla finta Hack ma Serra contrattacca "Fa mobbing mediatico"

Giuseppe Cruciani e Michele Serra

Il conduttore di radio24 commenta lo scherzo telefonico al costituzionalista Onida: "In effetti un bersaglio così grosso non c'era mai capitato" ma secondo l'autore de "L'Amaca": "Viola i diritti democratici"

Marta Macchi
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Non è certo la prima volta che "La Zanzara" si prende gioco della politica italiana, Vendola vs grillino docet, ma questa volta con la finta Margherita Hack che beffa Valerio Onida, ex presidente della Consulta, e grande saggio nominato da Re Giorgio, la trasmissione di Radio24 bussa al portone del Quirinale e manda i vertici in delirio. La contraffatta astrofisica toscana infatti riesce a strappare al presidente emerito, durante la telefonata, che "è probabilmente inutile" riunire i saggi e che "serve a coprire questo periodo di stallo". L'ingenuo Onida poi la combina davvero grossa e all'imitatore concede anche una previsione sul Quirinale: "Fosse per me metterei Giuliano Amato".  Il giurista poi si lascia andare a commenti pericolosamente personali: "Berlusconi vuole solo protezione, è anziano e speriamo decida di godersi la vecchiaia lasciando in pace gli italiani". Sacrilegio, ed ecco che in casa Pdl scoppia la polemica e fioccano i "si dimetta". Lui si scusa e annuncia il ritiro dal gruppo di lavoro sulle riforme ma, dal Colle arriva il no alle dimissioni. Giueppe Cruciani, conduttore del programma radiofonico, però ci ride sù. In un'intervista rilasciata a "la Repubblica" spiega le motivazioni del perché ha scelto di imitare proprio la donna di scienza: "La verità? Non sapevo che inventarmi per la trasmissione. Così ho chiamato Andrea Merkù, il nostro imitatore, e gli ho spiegato la cosa. Lui ovviamente nemmeno sapeva chi fosse Onida". Non è pentito neanche un po' il giornalista che, alle proteste del saggio indicate come "Grande violazione", replica: ":Mi dispiace, mi rendo conto che l'abbiamo messo in difficoltà. Ma è sempre stato un paladino della libertà di stampa e sarebbe bizzarro se si rimangiasse la sua opinione". Una simpatica burla dunque, quasi un pesce d'aprile leggermente in ritardo: "Gli scherzi telefonici si sono sempre fatti, sono la storia della radio" afferma Cruciani che poi aggiunge "Per fortuna noi ci limitiamo a Vendola e Bossi - su cui erano state fatte addirittura una serie di puntate, imitazione che andò avanti parecchio - non facciamo male a nessuno". La decisione poi di scegliere proprio la Hack per raggirare il giudice costituzionale è una scelta quasi casuale che dipende dalle dinamiche necessarie alla riuscita dello scherzo: "A Merkù l'imitazione della Hack gli riesce proprio bene. E poi abbiamo verificato: pare non si conoscano". Essenziale infatti che vittima e carnefice non siano abituati al dialogo altrimenti "Si rischia che vada tutto a rotoli. Magari i due si sono appena sentiti al telefono per davvero e allora ti scoprono". Questa volta la satira raggiunge livelli alti, altissimi e sfiora quasi l'Olimpo degli intoccabili: "In effetti un bersaglio così grosso non c'era mai capitato. Ma gli scherzi non finiranno qui". Il commento di Serra - Non dello stesso avviso però Michele Serra, giornalista di "la Repubblica" che, in un suo articolo sul quotidiano, prende le "difese" dell'illustre Onida e polemizza contro la trasmissione di Radio24: "Non è colpevole di alcunché, e anzi è la più innocente delle persone. Ha espresso, in una conversazione che riteneva privata, sue private opinioni, poi rese pubbliche da chi gliele aveva carpite con l'inganno". Secondo l'autore de "L'Amaca"  la vera domanda da porsi è quanto sia lecita un'azione del genere: "L'alibi è potente: siccome il Potere è oscuro, bisogna illuminarlo a qualunque costo, anche quando il microfono o la telecamera hanno la stessa invasività di una rettoscopia fatta senza il consenso del paziente". Una pratica non piacevole che, per lo scrittore, dovrebbe esortare tutti a compiere un'azione che, se pur impopolare, si scopre necessaria: "Rivendicare il diritto alla privacy, al rispetto della volontà di ogni individuo, infine: il diritto al silenzio, a non dichiarare, non comunicare" e a prendere come esempio altri tipi di democrazie più evolute, come quella anglossassone, "Dove il no comment, è sacro". Cruciani dunque alla strega di un terrorista mediatico che non solo si burla dei malcapitati ma ne viola i diritti costituzionali: "Il resto è mobbing mediatico. Prendere in ostaggio una persona nolente, le sue parole, i suoi pensieri, non è cattivo gusto. È violare diritti. E in democrazia, i diritti non si violano".

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