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Messora, il portavoce dei Cinque Stelleè indagato per ricettazione

Ignazio Stagno
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Un'indagine per ricettazione su Claudio Messora. Il responsabile della comunicazione dei senatori del Movimento Cinque Stelle, secondo quanto riferisce LaVoce.it sarebbe "indagato dalla Procura della Repubblica di Monza per ricettazione, violazione, sottrazione, e rivelazione del contenuto di corrispondenza". La notizia, che il direttore de LaVoce Marco Marsili ha confermato telefonicamente a Liberoquotidiano.it, nasce da una vicenda piuttosto complicata in cui lo stesso Marsili è parte in causa. Lo scontro Messora-Marsili - Il blogger, famoso per la sua attività su Byoblu, avrebbe pubblicato grazie alla "soffiata" di alcuni hacker autodefinitisi Anonymous, "intercettazioni" tratte da profili social network in cui si paventava un "complotto" ai danni del Movimento 5 Stelle alla vigilia della presentazione dei simboli elettorali. Sul suo blog, lo stesso Messora ricorda la vicenda: "Avevo pubblicato l'email anonima perché conteneva informazioni che valutavo importanti per il dibattito pubblico, e che era urgente acclarare, visto che la presentazione dei simboli elettorali (con tutta la diatriba sui loghi rubati ai Cinque Stelle proprio dal duo Marsili/Foti) era imminente e si correva il rischio di falsare le elezioni politiche. Qualche giorno dopo, era emerso senza ombra di dubbio che le conversazioni erano autentiche, perché un intercettato, il giornalista Leandro Perrotta, confermava i dialoghi e perfino gli orari delle chat". Lo stesso Marsili ci ha riferito il numero del procedimento a carico di Messora, il nome del pm che guida l'inchiesta (Giulia Rizzo, ndr) e la data di quando è partita l'indagine. "L'indagine è partita il 26 gennaio, quindi ben prima che Messora fosse nominato respondabile della comunicazione dei senatori del M5S. La tesi di una giustizia ad orologeria finisce qui", ha spiegato Marsili. La notizia dell'indagine, fin qui non confermata dagli ambienti della Procura, non elimina comunque l'ipotesi di archiviazione nei confronti dello stesso Messora, che potrebbe essere richiesta proprio dal pm Rizzo. "Cazzoni a orologeria" - Molte perplessità, dunque, anche perché come accennato da Messora Marsili è lo stesso Marsili esponente del Partito dei Pirati ("che ha già ricevuto un'ordinanza che gli impone di non parlare a nome del Partito Pirata e di non usare il loro simbolo") e "titolare" del marchio elettorale presentato lo scorso gennaio e bocciato dal Viminale perché troppo simile a quello ufficiale del Movimento 5 Stelle. Quest'inchiesta, la cui consistenza è tutta da verificare, si aggiunge alle polemiche innescate dallo spin-doctor e blogger a Cinque Stelle, che martedì ha avvisato la stampa di voler interrompere ogni comunicazione a causa di alcuni giornalisti (compresi quelli Libero) bollati come "spalamerda". E mentre su Twitter in tanti parlano di "giustizia a orolegeria", qualcuno ironizza: "Ora anche i 5 Stelle sono un partito come tutti gli altri". Ma Messora preferisce tagliare corto: "Sono solo cazzoni a orologeria".  

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