Litigano anche sulla lineaFeltri: "Grillo al governo"Sallusti: "Subito al voto"
I direttori de "Il Giornale" hanno idee diametralmente opposte su ciò che servirebbe alla politica italiana nel futuro più immediato: Beppe o non Beppe?
Problemi di "linea" alle posizioni di vertice de Il Giornale. Il dibattito viene ospitato in prima pagina. Sorprende il fatto che le idee, diametralmente contrapposte, siano quelle dei due direttori: quello editoriale, Vittorio Feltri, e quello responsabile, Alessandro Sallusti. I direttori, insomma, litigano anche sulla linea. Il pomo della discordia è l'italico futuro politico: voto o non voto? Grillo o non Grillo? Per Feltri niente voto e forse Grillo. Per Sallusti, invece, niente Grillo e forse voto. Ma procediamo con ordine. Così Feltri - Il fondatore di Libero rilancia la provocazione: "Grillo un bluff? Fatelo premier per scoprirlo". Feltri riprende le parole del leader del Moviemnto 5 Stelle ("Datemi la fiducia e guiderò il Paese con il mio esercito di neo-eletti") e alza l'asticella: "La proposta provocatoria non è stata presa molto sul serio, anche se ha suscitato un certo divertito interesse. Personalmente, invece, la considero un'opportunità da cogliere al volo". Grillo, secondo il direttore, è "il capo del primo partito italiano, e ha quindi il diritto di far sentire la propria voce e di cimentarsi quale timoniere" (Feltri, per il Grillo, ha sempre avuto una certa ascendenza: a La Zanzara di Radio24, per due volte, aveva annunciato che lo avrebbe votato, per poi cambiare idea a ridosso delle urne). Quanto al voto, Feltri spiega: "Tornare alle urne? Nessuno lo desidera". Dunque "è importante che Grillo sia posto nelle condizioni di sperimentarsi (...). Salga al vertice dell'esecutivo, si rimbocchi le maniche e si dia da fare, convincendoci che sotto il fumo ci sia anche l'arrosto". Così Sallusti - Dove suona invece la campana dell'altro direttore, Alessandro Sallusti? Semplice: suona da tutt'altra parte. Il punto è semplice: "Subito al voto. Ci servono meno tasse, non facce nuove". Il direttore s'interroga: "E adesso che dovremmo fare? Ripetere l'esperimento di un finto accordo Pd-Pdl? Insediare un governo, fosse pure quello di Grillo, privo di maggioranza politica? Vedere il comico alle prese con la realtà - spiega Sallusti - sarebbe anche divertente, se non ci fosse di mezzo il nostro portafoglio, e non solo quello. Dunque la soluzione non può che essere il ritorno alle urne: "Che cosa potrà uscire da una nuova tornata elettorale, con questa o altra legge, non lo sappiamo". Ma secondo Sallusti è "difficile che dalle urne-bis esca un altro pari e patta. Aspettiamo che sbollisca l'isteria e teniamoci pronti. Tornare a votare - conclude - non sarebbe un dramma". Più divergenze che affinità, insomma, tra la coppia che dirige Il Giornale.