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Litigano anche sulla lineaFeltri: "Grillo al governo"Sallusti: "Subito al voto"

Feltri e Sallusti

I direttori de "Il Giornale" hanno idee diametralmente opposte su ciò che servirebbe alla politica italiana nel futuro più immediato: Beppe o non Beppe?

Andrea Tempestini
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Problemi di "linea" alle posizioni di vertice de Il Giornale. Il dibattito viene ospitato in prima pagina. Sorprende il fatto che le idee, diametralmente contrapposte, siano quelle dei due direttori: quello editoriale, Vittorio Feltri, e quello responsabile, Alessandro Sallusti. I direttori, insomma, litigano anche sulla linea. Il pomo della discordia è l'italico futuro politico: voto o non voto? Grillo o non Grillo? Per Feltri niente voto e forse Grillo. Per Sallusti, invece, niente Grillo e forse voto. Ma procediamo con ordine. Così Feltri - Il fondatore di Libero rilancia la provocazione: "Grillo un bluff? Fatelo premier per scoprirlo". Feltri riprende le parole del leader del Moviemnto 5 Stelle ("Datemi la fiducia e guiderò il Paese con il mio esercito di neo-eletti") e alza l'asticella: "La proposta provocatoria non è stata presa molto sul serio, anche se ha suscitato un certo divertito interesse. Personalmente, invece, la considero un'opportunità da cogliere al volo". Grillo, secondo il direttore, è "il capo del primo partito italiano, e ha quindi il diritto di far sentire la propria voce e di cimentarsi quale timoniere" (Feltri, per il Grillo, ha sempre avuto una certa ascendenza: a La Zanzara di Radio24, per due volte, aveva annunciato che lo avrebbe votato, per poi cambiare idea a ridosso delle urne). Quanto al voto, Feltri spiega: "Tornare alle urne? Nessuno lo desidera". Dunque "è importante che Grillo sia posto nelle condizioni di sperimentarsi (...). Salga al vertice dell'esecutivo, si rimbocchi le maniche e si dia da fare, convincendoci che sotto il fumo ci sia anche l'arrosto". Così Sallusti - Dove suona invece la campana dell'altro direttore, Alessandro Sallusti? Semplice: suona da tutt'altra parte. Il punto è semplice: "Subito al voto. Ci servono meno tasse, non facce nuove". Il direttore s'interroga: "E adesso che dovremmo fare? Ripetere l'esperimento di un finto accordo Pd-Pdl? Insediare un governo, fosse pure quello di Grillo, privo di maggioranza politica? Vedere il comico alle prese con la realtà - spiega Sallusti - sarebbe anche divertente, se non ci fosse di mezzo il nostro portafoglio, e non solo quello. Dunque la soluzione non può che essere il ritorno alle urne: "Che cosa potrà uscire da una nuova tornata elettorale, con questa o altra legge, non lo sappiamo". Ma secondo Sallusti è "difficile che dalle urne-bis esca un altro pari e patta. Aspettiamo che sbollisca l'isteria e teniamoci pronti. Tornare a votare - conclude - non sarebbe un dramma". Più divergenze che affinità, insomma, tra la coppia che dirige Il Giornale.

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