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L'annuncio choc di Minzolini:"Se reintegrato, dico no al Senato",e bastona Travaglio e Mentana

Una furia. L'ex direttore del Tg1 vuole giustizia e spera di tornare a viale Mazzini. Pronto a rinunciare alla politica. E ai colleghi dice: "Chiedetemi scusa"

Ignazio Stagno
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"Se mi reintegrano tornerei a fare il direttore del Tg1 e non il senatore. Il sacro fuoco del mestiere mi tenta più che fare il deputato". Augusto Minzolini, candidato per il Pdl al Senato, a La Zanzara su Radio 24, rivendica la sua voglia di tornare a fare il giornalista. "Siamo nati per fare un certo tipo di mestiere - dice Minzolini - e mi sono presentato alle elezioni perchè mi avevano messo il bavaglio, volevo dare maggiore impatto mediatico alla mia vicenda. Ero in una gabbia dorata ma non avevo alcun compito editoriale. E comunque al Parlamento sono di passaggio, sicuro". L'ex direttore dopo essere stato assolto dall'accusa di peculato, ha chiesto subito di essere reintegrato nella redazione del Tg1. Ora Minzolini vuole essere risarcito da viale Mazzini: "Comunque vada alla Rai chiedo i danni, pure se mi reintegra. Ho raccolto 2500 pagine di articoli contro di me, non me le sono provocate da solo e la Rai al processo ha chiesto danni morali per 125mila euro se fossi stato condannato, si è costituita parte civile contro di me". Travaglio chieda scusa -  Poi attacca il Fatto Quotidiano e  il suo principale accusatore: "Travaglio mi deve chiedere scusa per la storia della carta di credito. Quelli del Fatto mi hanno inseguito ovunque. Da Travaglio non mi aspetto una telefonata, mi basta anche un'espressione del viso". Minzolini ne ha per tutti e attacca anche Enrico Mentana: "Io facevo politica dal video? Lo fanno tutti, di che parliamo.... Anche Mentana, prima ha puntato su Fini adesso su Grillo. Basta guardare le scalette e l'impostazione del telegiornale". Risposte in tempi brevi - Intanto la richiesta di Minzolini non sembra essere tra le priorità del Cda della Rai che si riunisce domani. L'argomento non è all'ordine del giorno dei lavori. Ma è molto probabile che domani ci sia da parte di qualche consigliere la richiesta al direttore generale Luigi Gubitosi di pronunciarsi o comunque di far capire in che modo l'azienda pensa di dare una risposta alla richiesta di Minzolini. La legge prevede che a dieci giorni dalla sentenza decadano tutti i provvedimenti presi dal datore di lavoro all'epoca dei fatti. In questo a caso a rispondere deve essere la Rai. Minzolini è candidato alle politiche per il Pdl in Liguria, si aspetta l'esito del voto. In caso di elezione al Parlamento, Minzolini avrà tempo fino al 14 marzo per decidere se optare per la carica politica o per il restare in Rai. Ma anche fosse così, questo - da qui alla possibile scadenza del 14 marzo - non toglie per ora la patata bollente dalle mani del vertice aziendale. Qualcuno dovrà dirlo a Mario Orfeo. Chiamato proprio dai vertici Rai per sostituire Minzolini.   

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