Rcs, 800 esuberi e trasferimento dalla sede del Corsera. De Bortoli verso le dimissioni
Il gruppo annuncia 800 esuberi, 10 periodici da vendere o chiudere e il trasferimento da Via Solferino. Il direttore non ci sta: è rottura
La crisi dell'editoria travolge anche Rcs. Ottocento esuberi, di cui 600 in Italia e 200 in Spagna. Inoltre il trasferimento della sede del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport da via Solferino al palazzo di Crescenzago in via Rizzoli. E ancora, dieci periodici da chiudere oppure da vendere. Queste alcune delle misure previste dai vertici di Rcs per il taglio dei costi, un pacchetto lacrime e sangue comunicato oggi, lunedì 12 febbraio, alle rappresentanze sindacali del gruppo editoriale. De Bortoli verso le dimissioni - La redazione è in subbuglio. Contro il piano di pesantissime sforbiciate si è schierato anche il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, che è contrario anche al trasferimento dalla storica sede. Da tempo, secondo quanto riporta Dagospia, inoltre De Bortoli si trova in forte contrasto con l'ad Scott Jovane: una serie di circostanze che potrebbe portare De Bortoli anche alle dimissioni. Secondo quanto si è appreso, nel caso in cui nei negoziati con Rcs non ottenesse nulla, De Bortoli avrebbe già anticipato alla redazione la sua volontà di lasciare. In pole position per prendere il suo posto ci sarebbe il direttore de La Stampa, Mario Calabresi (che a sua volta verrebbe sostituito al vertice del quotidiano di Torino da Luigi Contu). Chi chiude - Per quel che riguarda Rcs, gruppo gravato da un debito di circa 900 milioni di euro, gli esuberi annunciati dal piano equivalgono a una sforbiciata del 14% della forza lavoro (al 30 settembre scorso, in totale i dipendenti Rcs risultavano essere 5.740). Per quel che riguarda la prestigiosa sede di via Solferino, dopo aver spostato le redazioni di Corsera e Gazzetta dello Sport, Rcs punterebbe a una "valorizzazione". Tra i periodici che vanno incontro alla vendita o alla chiusura, ci sono A, Max e Bravacasa. Secondo quanto viene riferito, a fronte del taglio dei dipendenti e delle cessioni, i vertici di Rcs - a cominciare da Pietro Scott Jovane e dal presidente Angelo Provasoli - hanno annunciato un taglio del 10% del loro stipendio.