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Giuliano Amato, crociata gay contro il Dottor Sottile: "Non deve parlare di omofobia"

Andrea Tempestini
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Una crociata gay contro Giuliano Amato, uno degli italiani più invisi agli italiani tout-court. Tutto nasce da un invito, quello rivolto dalla vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, al Dottor Sottile, chiamato ad intervenire a un convegno che si terrà il prossimo 19 maggio, nel corso della Giornata internazionale contro l'omofobia. Per quale motivo Amato è stato chiamato?, si chiedono inviperiti i movimenti Lgbt (lesbo, gay, bisex e transgender). Il punto è che per il mondo omo, Amato, è assai inappropriato: galeotta fu una frase pronunciata nel 2000, quando Amato definì "inopportuna" il Gay Pride a Roma, per giunta nell'anno del Giubileo. All'epoca, l'uomo che nottetempo entrò nel nostro conto corrente per offrirne una percentuale al Dio-euro, disse: "Purtroppo dobbiamo adattarci a una Costituzione che ci impone vincoli e costituisce diritti". Schiaffo indigeribile, per il mondo omo. E non è tutto. Già, perché l'amaro-Giuliano, nel 2007, all'epoca titolare del Viminale, ordinò ai prefetti di non trascrivere nei registri comunali i matrimoni gay e lesbo celebrati all'estero. "Sono in contrasto con l'ordine pubblico", sentenziò. Un pedigree buono soltanto per essere stracciato, almeno per il sensibilissimo universo Lgbt, quello di Amato. E così, in coro, le varie associazioni concludono: "Il fatto che Amato venga invitato a parlare di omofobia è curioso". Il Dottor Sottile non lo vuole proprio nessuno...

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