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Maxxi, niente proiezione del film di Emmott prima delle elezioni: "Valenza politica"

Il 13 febbraio all'Auditorium di Roma era prevista l'anteprima di "Girlfriend in a coma", film-documentario sul declino dell'Italia: la Melandri dice no

Giulio Bucchi
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C'era una volta Bill Emmott, il giornalista inglese che da direttore dell'Economist divenne mito della sinistra italiana per aver criticato pesantemente Silvio Berlusconi. Ora lo stesso Emmott sta lanciando il film-documentario Girlfriend in a coma, spietata analisi del declino dell'Italia (non solo berlusconiana). E la sinistra italiana che fa? Lo censura. "Censura, stupidità!", protesta il giornalista insieme alla regista della pellicola, Annalisa Piras. E l'accusa arriva diretta diretta alla Pd Giovanna Melandri, presidente della fondazione Maxxi di Roma, che avrebbe dovuto proiettare in anteprima Girlfriend in a coma il prossimo 13 febbraio all'Auditorium. Data però troppo vicina alle elezioni per consentirlo, perché si rischia che una manifestazione cinematografica si trasformi in spot politico. Paura di polemiche - "Chiederemo al pubblico di insistere per riavere la libertà erosa. Stiamo vedendo le modalità", spiega Emmott, mentre la Piras invita a "chiedere a Minculpop l'immediato rispristino dello screening". Piuttosto imbarazzata la replica della Melandri, che all'Ansa fa sapere: "Mi dispiace per Emmott e per le proteste, ma non cambio idea: ho detto no all'anteprima il 13 febbraio perché sono convinta che sia mio dovere tenere fuori la campagna elettorale dal Maxxi, che è un museo pubblico, finanziato dai contribuenti". In realtà dal ministero dei Beni Culturali, che vigila sul Maxxi, non sono arrivate disposizioni in merito, anche se - si legge in una nota - è prassi consolidata" che il Maxxi in campagna elettorale non ospiti manifestazioni, "seppur promosse da soggetti esterni", che possano essere "connotate di valenza politica". Se ne riparlerà dal 26 febbraio, quando la Melandri potrà togliere la museruola politica al suo idolo anti-Cav.  

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