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Mps, la Bindi va nel pallone a Porta a Porta: lo statuto del Pd incastra Mussari e i democratici

Puntata infuocata. La presidente dei dem non sa spiegare al direttore Belpietro come mai nello statuto c'è una norma che prevede un contributo da parte dei "nominati" da partito per le casse di largo del Nazzareno

Ignazio Stagno
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Rosy Bindi non sa più che dire. Durante la puntata di Porta a Porta di ieri sera si parla dello scandalo Mps e delle contiguità tra la banca e il Pd. Ospite in studio anche il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. La presente del Pd va subito in difficoltà. Basta poco. Belpietro cita un articolo dello statuto del Pd di Siena in cui si parla chiaramente di contributi al partito da parte di parlamentari e "nominati" in enti pubblici e privati. In questo modo sarebbero chiari i 700mila euro che Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte dei Paschi, ha versato ai democratici. La Bindi va subito in confusione. Belpietro tiene in mano il testo dello statuto. E la Bindi va nel pallone. Prova a giustificarsi dicendo che nello statuto "non si parla dei presidenti delle banche". La scusa regge poco visto che lo stesso Mussari a norma di statuto è un "nominato" del partito. Il duello va avanti per qualche minuto. Rosy Bindi non riesce a dare una spiegazione accettabile a quella norma. Ha paura. E il direttore Belpietro con un gesto che mima la fifa glielo fa notare. Il Pd è nel pallone. Mps sta diventando una spina nel fianco che può ribaltare tutto. Anche le elezioni.

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