Mafia Capitale, Roberto Saviano processa Giuliano Poletti: "Perché quella foto con Buzzi e gli indagati? Ecco a cosa deve rispondere"
Non è imputato, Giuliano Poletti, ma quella foto della cena romana nel 2010 con vari esponenti politici e imprenditoriali finiti agli arresti o indagati nello scandalo giudiziario di Mafia Capitale gli merita comunque un "processo". E a vestire i panni del pubblico ministero, su Repubblica, è Roberto Saviano. Il commento-arringa dell'autore di Gomorra è ficcante. Dopo aver riassunto in poche righe le trame criminali dell'ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e dell'ex estremista rosso, condannato per omicidio e oggi potentissimo imprenditore d'area Coop Salvatore Buzzi, lo scrittore napoletano si sofferma sullo scatto del ministro del Welfare, allora presidente di Legacoop, con tra gli altri proprio Buzzi, l'ex sindaco Gianni Alemanno, l'ex ad di Ama Franco Panzironi, un esponente del clan Casamonica, l'ex assessore alla Casa di Ignazio Marino Daniele Ozzimo. Tutti arrestati o indagati. Una compagnia non proprio raccomandabile, suggerisce Saviano sottolineando comunque come Poletti non sia indagato. "Però deve spiegare cosa ci faceva là. Era presidente di Legacoop? Non è risposta sufficiente", attacca lo scrittore perché quella cena, organizzata nella sede della Coop rossa di Buzzi, 29 giugno, "è una classica cena sociale, di ringraziamento" e la presenza del presidente delle coop nazionali "non è necessaria". Insomma, il legame tra Buzzi e Poletti è più solido, continuativo. "Non sono imboscate, non è una foto con uno sconosciuto". Le domande per Poletti - E allora, via alle domande: "Il ministro non conosceva Buzzi e il suo modus operandi? Da presidente di Legacoop immaginiamo non potesse conoscere il dna di tutte le cooperative: ma nemmeno di questo impero da 60 milioni di euro?". In ballo ci sono appalti milionari: "Poletti non si è reso conto di come la gestione sia stato quantomeno disinvolta?". Buzzi, nel maggio 2014, apre l'assemblea di bilancio "Gruppo 29 giugno" ringraziando praticamente tutte le persone coinvolte dall'inchiesta romana e presenti in quella foto del 2010, compreso proprio il ministro Poletti. E con il ministro è finito in copertina sul magazine della cooperativa 29 giugno. "Poletti non si era informato su come queste cooperative vincessero gli appalti? Su come i disperati che di lavorano (immigrati, disabili, ex tossicodipendenti, ex carcerati, ndr) non fossero altro che bacini di voti, strumenti di pressione sociale, oggetti per riciclare?". Per questi motivi, conclude Saviano, "politicamente questo rapporto politicamente è anzi gravissimo. E a Poletti non basterà dire non sapevo, non potevo sapere, non c'entro".