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Piero Pelù contro Matteo Renzi: cosa c'è dietro la rissa del Primo maggio

silvia belfanti
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"Il non eletto, ovvero il boy-scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c'è una grande guerra interna, e si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, 'ndrangheta. Fa elemosine da 80 euro: noi però abbiamo bisogno di lavoro". Con queste parole Piero Pelù ha attaccato il premier Matteo Renzi durante il concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Il rottamatore ignora la frecciata e non risponde, ma al posto suo lo fanno numerosi politici e giornalisti: Pina Picierno scrive su Twitter "Quando la buona politica va veloce succede che pure il rock diventa lento. Piero Pelù esci dai panni del rocker...", mentre Marco Di Maio commenta critico: "Se a dare la linea agli oppositori del Governo #Renzi è Piero #Pelu, vuol dire che @matteorenzi sta lavorando bene e può star tranquillo...". Chi vi sta più antipatico tra Renzi e Pelù? Votate il sondaggio     Vecchi rancori - Ma cosa c'è dietro questa critica? Alcuni utenti del web ricordano che tra Renzi e il rocker fiorentino ci sarebbero antichi rancori, risalenti al 2007. Piero Pelù ha lavorato infatti come direttore artistico per Fi.Esta, l'Estate fiorentina. Quando però Renzi divenne sindaco della città, il contratto di Pelù non fu più rinnovato, perché secondo la nuova amministrazione il cantante guadagnava 72mila euro, il doppio rispetto al precedente direttore artistico Mauro Pagani. Il suo posto fu preso invece da Riccardo Ventrella, che per questo incarico non percepiva stipendio. Pelù però smentisce con un post su Facebook, pubblicato nel 2013: "Firenze poteva diventare un laboratorio culturale, ma così non fu perché i 250mila euro che avevo ritagliato dal budget 2007 furono puppati da qualche squalo che non era abbastanza appagato dai sold out delle sue serate. Per questo nell'ottobre 2007 me ne andai da FI.ESTA. Per 10 mesi di superlavoro certosino e un programma che fu per Firenze a livelli di capitale europea della cultura presi, alla fine del 2007, 60mila euro. Renzi si arrampica sugli specchi e tenta inutilmente di demolire la mia esperienza di FI.ESTA 2007 prendendo un palo clamoroso".

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