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E' morto l'ex Br Prospero GallinariFu il carceriere di Aldo Moro

Prospero Gallinari

Un malore ha stroncato l'ex brigatista nel garage della sua casa. Aveva 62 anni

Nicoletta Orlandi Posti
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  L'ex brigatista rosso Prospero Gallinari, 62 anni, è morto questa mattina a Reggio Emilia dopo essersi sentito male all'interno della sua auto. Secondo la ricostruzione della polizia è stato un vicino di casa ad accorgersi che l'ex brigatista, nella sua auto davanti casa, era stato colto da malore. Sono così intervenuti i sanitari del 118 che hanno trasportato il 62enne in ospedale dove è deceduto. Gallinari fu uno dei 'carcerieri' di Aldo Moro. Nato a Reggio Emilia il primo gennaio 1951, Prospero Gallinari aderisce alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) dove milita per diversi anni fino alla rottura alla fine degli anni sessanta. Nel 1969 fa parte del 'gruppo dell'Appartamento' con Alberto Franceschini, Tonino Paroli e altri dissidenti del Pci che si avviano alla lotta armata. A partire dal 1973 entra definitivamente nelle Brigate Rosse, prima come membro irregolare (non clandestino) e poco dopo come clandestino. Nel 1974 partecipa al sequestro del giudice Mario Sossi e poco tempo dopo viene arrestato a Torino assieme al militante Alfredo Bonavita. In carcere resta due anni: nel '76 evade da quello di Treviso e il 9 giugno dello stesso anno, al processo davanti alla corte d'assise di Torino, legge in aula il volantino di rivendicazione dell'omicidio del procuratore di Genova Francesco Coco e dei suoi agenti di scorta, avvenuto nel capoluogo ligure il giorno prima. Dall'evasione al nuovo arresto (24 settembre 1979) fa parte della colonna romana delle Br e ha un ruolo attivo nel sequestro di Aldo Moro del marzo 1978; è uno dei quattro componenti del nucleo di fuoco travestiti da avieri Alitalia che elimina la scorta dello statista Dc. Dopo l'agguato, trascorre con Moro i 55 giorni di prigionia nel covo di via Montalcini, in compagnia di Anna Laura Braghetti e Germano Maccari. Quando viene arrestato, Gallinari è ferito gravemente alla testa da alcuni poliziotti.  Nella metà degli anni Novanta Gallinari, per gravi problemi cardiovascolari, dopo quindici anni di prigione, riesce a ottenere i primi permessi premio per poter tornare a casa. Nel '93 Mario Moretti, capo delle Br, lo scagiona dall'omicidio Moro, assumendosi ogni responsabilità. Nel marzo 2006 esce per Bompiani 'Un contadino nella Metropoli', libro di memorie scritto di pugno da Gallinari. "Eravamo in guerra - raccontava l'ex terrorista - come quei poveri ragazzi mandati in Vietnam. Il contesto nazionale e internazionale era questo. Tutto è partito dal movimento operaio. Alle nostre manifestazioni per una migliore condizione sociale, contro la disoccupazione, lo Stato ha risposto con le azioni di polizia, con le cariche. Le forze reazionarie hanno risposto con la strage di Piazza Fontana. A quel punto, non potevamo fare altro, a nostra volta, che rispondere con le armi. Una vera e propria dichiarazione di guerra".  

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