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Ingroia teme il flop e torna in ginocchio da Grillo: "Alleiamoci, venivo a tutti i tuoi show"

L'ex pm, dal Guatemala, scrive una lettera a Beppe che gli scorsi giorni aveva rifiutato la sua corte

Giulio Bucchi
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  di Roberta Catania Forse sarebbe meglio restare in Guatemala. Invece Antonio Ingroia tornerà da quell'esilio volontario, ma senza avere nessuno ad accoglierlo. Dopo la richiesta di alleanza fatta a Pier Luigi Bersani (andata a vuoto) e quella rivolta a Beppe Grillo (altro diniego), il  magistrato palermitano ha messo l'orgoglio sotto i piedi ed è tornato alla carica con il leader del Movimento a 5 Stelle. La risposta di Beppe non è ancora arrivata, del resto la nuova proposta di Ingroia è stata affidata a una «lettera dal Guatemala» pubblicata sul Fatto Quotidiano di ieri, ma «il dovere del confronto» su cui faceva leva l'ex pm palermitano nell'appello a una «coalizione tra non professionisti della politica» per adesso è stato ignorato. Insomma la paura di avere fatto il passo più lungo della gamba è tanta e l'ex sostenitore di Massimo Ciancimino vorrebbe trovare qualcuno che lo aiuti a balzare oltre un 4% che adesso  - pallottoliere alla mano - sembra un lontanissimo miraggio.  Il primo segnale era stato diretto a Bersani. La grande coalizione del centrosinistra, forse aveva pensato Ingroia, tutto sommato poteva accogliere a braccia aperte il magistrato che provò ad accollare l'accusa di patti Stato-mafia a Berlusconi. Invece Pier non ci ha pensato due volte, mettendo la candidatura di Piero Grasso (ex procuratore nazionale Antimafia) come stop a ulteriori insistenze:  nel Partito democratico e affini la lotta a Cosa nostra è già ben rappresentata. In verità Bersani avrebbe pur accolto un Ingroia orfano di alleanze, ma i compari scelti dal guatemalese per scendere in politica non potevano proprio tornare a sedere nello scranno di fianco al Pier: Tonino Di Pietro e quel che resta dell'Italia dei Valori, Rifondazione comunista, i Verdi e pochi altri. Gente che Bersani ha faticato a escludere dalla grande coalizione e che ora non vuole riaccogliere. Unica alleanza concessa, quella con Sinistra ecologia  e libertà, considerato l'aiuto di Nichi Vendola per battere Matteo Renzi alle primarie per la leadership del Pd. Probabile che l'ex magistrato  abbia ben recepito le motivazioni di quel «no», che pur avrebbe garantito un seggio sicuro, ed era andato all'attacco di Grillo.  Il 29 dicembre scorso era invece stato il capo del M5S a  replicare al leader della Rivoluzione civile: «Ingroia ha detto che la sua porta per il Movimento 5 Stelle è aperta. Lo ringrazio, ma, per favore, la richiuda». Una risposta tanto secca, che stupisce oggi abbia generato un ritorno all'attacco. Nel proprio blog, il comico spiegava con altrettanta chiarezza il netto rifiuto alle avance del pm candidato: «La biblica foglia di fico serviva per coprire i genitali di Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso Terrestre. Per nascondere le loro vergogne. L'utilità della foglia di fico in politica è evidente. Una verniciatura arancione o montiana e il vecchio torna come nuovo. E' un gioco di specchi, una vecchia tecnica di marketing. Cambio il fustino, ma il contenuto è sempre lo stesso: il partito», concludeva Grillo.  «I partiti possono ancora servire», replica quattro giorni dopo Ingroia. «I partiti hanno ancora radici nella società», scrive sul Fatto e provando a convincere l'amico, l'ex magistrato rivela: «A questi partiti ho chiesto tangibili passi indietro, già ne sono stati fatti e altri ne faranno perché credono nel nostro progetto. Perciò nessuna foglia di fico, figuriamoci». Quali siano i passi indietro fatti dai partiti, forse Ingroia lo spiegherà in privato a Grillo, ma pare bizzarro che il pubblico ministero che indagò sui grandi misteri di Italia oggi non capisca che anche il comico non naviga in acque sicure e che la sua unica possibilità è tenere lontano qualunque partito politico. Anche se a chiedergli l'alleanza è uno storico fan con tanto di mozione degli affetti («di Beppe non ho mai perso uno spettacolo») il leader del M5S non può cedere.    

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