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Gian Micalessin e l'Afganistan sola andata

Il reporter di guerra spiega cosa sta succedendo a Kabul: "Con i russi solo caos. Con la Nato piano lungimirante, ma Obama ha rovinato tutto"

Giulio Bucchi
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di Marco Petrelli Triestino, reporter di guerra e firma de Il Giornale, Gian Micalessin ha una profonda conoscenza dell'Afganistan, sin dai tempi dell'invasione comunista. Con Afganistan sola andata (Cairo Editore 2012) il giornalista ha voluto raccontare una storia italiana nel cuore del paese asiatico, la storia dei nostri morti nell'ambito della missione ISAF.  Perché un volume sui caduti? "La missione ISAF ha lasciato sul campo 52 persone, liquidate spesso  dalla stampa con poche battute che non permettono di comprendere la storia umana dei singoli e cosa li abbia condotti laggiù". Beh, erano militari in missione… "Non solo, era anche gente che aveva capito cosa fosse l'Afganistan, carpendo il senso di un paese così profondamente diverso dal nostro. E' il caso delle lettere alla famiglia del caporalmaggiore Miotto, alpino nipote di alpini che racconta la realtà che lui vede fino alla tragica morte due anni fa". Una vicenda che l'ha colpita? "Matteo Miotto aveva 24 anni, alpino come il nonno che sin da piccolo gli raccontava della guerra, una guerra  che lui non avrebbe mai visto. Purtroppo nel dicembre 2010 un cecchino lo lasciò sul terreno. Nel testamento il desiderio di riposare accanto ai soldati della I Guerra Mondiale". Talebani, mujaedeen: quale la differenza? "Enorme. I primi sono arrivati a metà Anni 90 sfruttando il malessere generato dalla fine dell'occupazione sovietica; i secondi hanno combattuto contro i russi e poi contro i talebani (Alleanza del Nord), eccezion fatta per coloro che passarono con gli ‘studenti coranici'". Cos'ha prodotto l'invasione sovietica? "Caos, problemi e tensioni sociali". E la Nato cosa lascerà? "Merito di Petreus è stato capire che l'Afganistan per stabilizzarsi ha bisogno dei suoi tempi, tempi più lunghi di quelli occidentali. Ragionamento lungimirante, tuttavia vanificato dall'amministrazione Obama con la promessa del ritiro rapido". 

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