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Fini, highlander della Casta:solo lui non si è dimesso...

Gianfranco Fini

Gianfranco promise: "Mi dimetto quando cade il Cav". E' passato un anno: non lo ha fatto e ha difeso la scelta rendendosi ridicolo. Ma ora dovrà lasciare lo scranno più alto di Montecitorio

Andrea Tempestini
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  L'orridissimo Fini (copyright del Cavaliere). Gianfranco contrattacca Berlusconi: "L'orrido è lui, che non si è mai fatto vedere sul banco dei deputati". Il leader di Fli, al contrario, sulla sua poltrona si è palesato con solenne regolarita. Anzi, lo scranno di presidente della Camera lo ha occupato. E non lo hai mai mollato.  Promesse da Fini - Tutto ebbe inizio dopo lo strappo, dopo il "che fai, mi cacci?", dopo le accuse e le schermaglie con Silvio Berlusconi. "Io sono pronto a dimettermi da presidente di Montecitorio nello stesso momento in cui Berlusconi si dimette da presidente del Consiglio", disse il 24 febbraio del 2011 nel salotto televisivo di Michele Santoro. Un'affermazione ridicola, ma tant'è. Poi il Cavaliere, più di un anno fa, per la precisione alle 21.40 di sabato 12 novembre, lasciò l'incarico di premier. E Liberocominciò a premere su Gianfranco: d'altronde una promessa è una promessa, e va rispettata. Ma Fini è un bugiardo. Passa un'ora, passa un giorno, passa una settimana, passa un mese, passa un anno. Si è dimesso? Nemmeno per idea.  Risposte sconcertanti - Ogni promessa è debito, ma non per l'emblema della Casta, Gianfranco Fini. Il leader futurista - che lo scranno di presidente lo avrebbe abbandonare da tempo, da quando fa politica attiva con il suo partitino - ha difeso la sua posizione cimentandosi in sconcertanti acrobazie retoriche. Una su tutte. Si tratta della risposta che diede a uno studente nei giorni caldi dell'insediamento di Monti (era il 12 dicembre 2011), quando (ormai da un mese) stando alle sue parole avrebbe dovuto lasciare. "Come mai Berlusconi si è dimesso e lei no?", chiese tagliente il ragazzo. E Gianfranco: "Io ho detto che mi sarei dimesso quando lo avrebbe fatto Berlusconi. Ma le dimissioni di Berlusconi sono arrivate dopo la constatazione del venire meno della solida maggioranza di cui disponeva". Ogni commento è superfluo. Lo scandalo dei benefit - Ora però, con le dimissioni di Monti, la parabola di Fini a Montecitorio, volente o nolente, sta per terminare. Gianfranco dovrà mollare lo scarnno al quale disattendendo ogni promessa si è incatenato. Val la pena ricordare, in conclusione, che Fini godrà di alcuni benefici (auto blu, uffici, personale) per essere stato presidente della Camera, seppur tra i più parziali della storia repubblicana. Vale ancor di più la pena ricordare che in questa legislatura, i benefit per gli ex persidenti della Camera, sono stati sforbiciati: prima erano a vita, ora dureranno "solo" dieci anni. Ma con un'eccezione: per gli ex presidenti eletti deputati nella scorsa o nell'attuale legislatura i 10 anni decorreranno a partire dalla fine di questa legislatura. In soldoni, sono stati "sforbiciati" solo Pietro Ingrao e Irene Pivetti. Fini, giusto per intendersi (come Violante, Casini e Bertinotti), avrà i benefit fino al 2023.  

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