Monti strizza l'occhio agli operaiE Marchionne benedice il Monti-Bis
Scambio reciproco di complimenti davanti agli operai della Fiat a Melfi tra l'amministatore delegato del Lingotto Sergio Marchionne e il presidente del Consiglio Mario Monti ormai in piena campagna elettorale. "L'agenda del governo dimostra coraggio e lungimiranza", ha detto il manager e il professore ha subito ricambiato: "Oggi, da Melfi, parte un'operazione che non è per i deboli di cuore ma noi sappiamo che può emergere un'Italia forte di cuore". Ciò che vorrei per il Paese - Monti parlava del piano di investimenti per lo stabilimento di Melfi di oltre un miliardo approvato da Fiat, ma non si può non associare le sue parole a quello che è il programma che il Prof ha in mente per l'Italia. "Quello che accade qui non è magico, ma è emblematico della svolta possibile in Italia. È quello che vorrei per il Paese", ha infatti detto Monti lanciandosi poi nel parallelismo tra le innovazioni portate dal Lingotto e le riforme approvate dai tecnici per rimarcare il lavoro svolto fino a ora dal governo e fare così le prime promesse della sua campagna elettorale. "I sacrifici - ha detto il Prof - potrebbero essere prontamente spazzati via facendo ripiombare il paese in uno stato nirvanico". "Non dissipare i sacrifici" - Proprio per questo, a detta di Monti, sarebbe "irresponsabile" dissipare i sacrifici che l'attuale esecutivo ha chiesto agli italiani. "Tredici mesi fa l'Italia aveva febbre alta e non bastava un aspirina - ha continuato - ma una medicina amara non facile da digerire ma assolutamente necessaria per estirpare la malattia". Gli operai hanno applaudito lungamente sia Monti che Marchionne, ma erano solo una parte della categoria: alla festa di Melfi erano stati esclusi quella della Cigl e quelli Fiom. E a loro forse si riferiva il premier quando ha detto: "Fare le riforme, accettare le riforme, per cogliere nuove opportunità anche per i lavoratori", non rimanendo legati ad "una catena che inchioda al passato". Il premier ha poi messo in in guardia dal "rifiuto del cambiamento", dal "restare aggrappati ad un passato che non tornerà, arroccati a forme di tutela degli interessi dei lavoratori che nel tempo hanno l'effetto opposto". Piano Fiat - Quanto allo stabilimento di Melfi a partire dal 2014 la Fiat di Melfi produrrà due nuovi modelli, uno a marchio Jeep e l'altro per il brand Fiat che saranno venduti in tutto il mondo. L'annuncio è stato dato dall'ad del gruppo, Sergio Marchionne, alla presenza del consiglio dei ministri Mario Monti e del presidente della Fiat John Elkann. Lo stabilimento lucano ha avviato la produzione nel 1993, occupa circa 5mila 500 unità e, fino a oggi, ha prodotto 5,5 milioni di modelli 'Puntò e 'Y'.