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E' il "Fatto Quotidiano" dei grilliniMa se glielo fai notare ti querelano

Scontro ad "Agorà" tra Rondolino e Sansa: il primo sottolinea le posizioni a cinque stelle del secondo, che per tutta risposta si alza e se ne va (a denunciarlo) / VIDEO

Andrea Tempestini
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  di Filippo Facci Guardate il video (clicca qui) e poi giudicate: non fidatevi neppure del resoconto dello scrivente. Luogo: «Agorà» su Raitre, condotto da Andrea Vianello. Protagonisti: i giornalisti Fabrizio Rondolino e Ferruccio Sansa, quest'ultimo in collegamento. Segue dialogo che dimostra, a opinione dello scrivente, come certo fighettume dell'accoppiata Fatto-Grillo non conosca altra regola che la squalifica dell'avversario e la minaccia penale, il loro mondo perfetto.  Vianello: «Sansa, voi del Fatto le cantate un po' a tutti, avete le mani libere senza coinvolgimenti particolari...». Rondolino: «Insomma... sono l'organo di stampa di Beppe Grillo...». Sansa: «Non credo che Rondolino abbia grande autorevolezza per fare questi appunti, uno che è passato dal centrosinistra alla Santanché...». Rondolino: «Sansa, la tua biografia è così insignificante che neppure la conosco. Sentiamo il portavoce di Grillo cos'ha da dirci». Sansa: «Posso dire che, se continua così, Rondolino si guadagna solo delle querele». Rondolino: «Portavoce di Grillo, querelami. (rivolto a Vianello) Ma questi del Fatto sono dei piccoli poliziotti, uno discute e questi ti dicono prima che non hai autorevolezza, e poi che ti querelano. Ma ti sembra un modo di parlare? Io ho detto che Il Fatto è il portavoce di Grillo, cosa assolutamente indiscutibile...». Sansa: «Premesso che essere insultato da Rondolino è un onore, non ho voglia di perdere... o mi fa parlare o me ne vado». Rondolino: «Meglio». Vianello: «Proviamo a togliere il personale... mi tengo solo il rilievo politico di Rondolino che diceva che Il Fatto non è indipendente perché è vicino al movimento Cinque Stelle, questo come notazione politica. Lei, Sansa, può non essere d'accordo, ma può essere motivo di dibattito...». Sansa: «Ribadisco che Rondolino non è la persona giusta per dire che cos'è obiettivo nel giornalismo, uno che è passato dal centrosinistra alla Santanché». Rondolino: «O Gesù». Sansa: «Volevo parlare di tutt'altro». Rondolino: «E allora provaci, se riesci a mettere due parole in croce». Sansa: «Io me ne vado... no, guardate...». Rondolino: «Ma non esiste al mondo che lui mi dica che non sono autorevole perché lavoro per Daniela Santanché, ma di che stiamo parlando?». Sansa: «No, veramente...». Rondolino: «Ma vattene, Sansa, levati dai coglioni...». (Si vede Sansa che si alza e se ne va). Il giorno seguente, dopo la figura da arrogante tutto chiacchiere e distintivo - parere personale anche questo, se Sansa non querela - il giovane presunto collega, figlio di un magistrato ex sindaco di Genova, trasforma la sua fuga in manifesto: «Rivendico un diritto: andarmene quando qualcuno mi trascina nel fango. Dovrebbero farlo tutti: se in tv si scende troppo in basso, bisogna andarsene». Dire che Il Fatto è l'organo di Grillo, cioè, «per un giornalista e un quotidiano che hanno fatto dell'indipendenza la loro ragione di vita, è un insulto... me ne vado, è un mio diritto. Di più, è un dovere. Se altri vogliono continuare con questa tv, liberi di farlo. Ma se qualcuno cominciasse ad alzarsi...». Tipo Clemente Mastella da Santoro, per capirci. O tipo Berlusconi dall'Annunziata, pure. Ma sono esempi che a Sansa non piacerebbero. Non gli piacerà neppure che si ricordi - lui e la sua indipendenza come ragione di vita - che è amico di Grillo, vicino di casa di Grillo, collaboratore di Grillo nonché partecipante al V-Day di Bologna con tanto di predicozzo dal palco. Se lo chiamano in televisione è per parlare di Grillo, ovviamente: non che sia proibito, ma il passaggio secondo il quale lui può collaborare con Grillo mentre Fabrizio Rondolino non può farlo con la Santanché -  sennò non è autorevole, e non può giudicare il giornalismo altrui - il ragazzo farebbe bene a spiegarcelo.  Quanto al Fatto Quotidiano, e alla sua indipendenza da Grillo, basterebbe ricordare gli editoriali di prima pagina degli ultimi dieci giorni: 1) contro Francesco Merlo di Repubblica che aveva attaccato Grillo; 2) decalogo, serio, del perfetto grillino; 3) contro Renato Schifani che aveva detto che Grillo farà sfracelli se non faranno la legge elettorale; 4) contro quei giornali che avevano criticato Grillo per il suo «editto» contro il presenzialismo da talk show; 5) contro la legge elettorale che terrebbe Grillo lontano dal governo; 6) contro Eugenio Scalfari che aveva tuonato contro Grillo e Ingroia, e poi contro i giornali che avevano citato Scalfari, mentre in prima pagina si annunciava un «inserto speciale» sulla requisitoria di Ingroia.  Eccolo qui Il Fatto, il giornale dei poliziotti che la menano con l'indipendenza dei giornalisti e però pubblicano solo carte di magistrati coi quali Travaglio va in vacanza, lo stesso Travaglio della celebre intervista a Grillo alla fine della quale aveva il naso marrone. Eccolo qui, Sansa: prendi e porta a casa, e, una volta a casa, affacciati alla finestra e salutaci Grillo e la tua indipendenza.  

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