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Ferrara: Spinelli era un santo, ora è anche martire

Il direttore del Foglio descrive così il "bancomat" di Arcore: sublime, fantastico, strepitoso

Nicoletta Orlandi Posti
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   "Strepitoso", "sublime", "fantastico", "martire": non si è risparmiato in complimenti il direttore del Foglio Giuliano Ferrara nel descrivere l'amministratore del quotidiano che dirige tenuto sotto sequestro per undici ore nel tentativo di spillare dei soldi a Berlusconi. "Meraviglioso" è stato per lui il fatto che tutti insieme, coniugi Spinelli e rapitori, abbiano detto il rosario seduti sul divano di casa. Di meraviglioso, Ferrara trova anche il fatto che il ragioniere tutti i giorni telefoni alla moglie, che decidano insieme per telefono cosa mangiare per cena. "Spinelli", sostiene l'Elefantino, "si conferma l'uomo più perbene d'Italia". "Bellissimo" è per lui il gesto di restituire il passamontagna a uno dei balordi che lo stava dimenticando nel suo appartamento al momento della fuga: "E' un gesto sublime", dice Ferrara. "Lo immagino, vedo la scena: lì a dire 'scusi, guardi che che questo credo sia suo'". "Strepitoso, io lo idoleggio. Spinelli era già un santo, ora è diventato anche un martire", conclude il direttore.   

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