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I verbali di Spinelli e la moglie"Paghiamo dopo aver visto il dossier"

La conferma dell'avvocato Ghedini: "Gli dissi di portare i documenti ad Arcore. Quando mi rispose che non era possibile, capii che stava succedendo qualcosa"

Nicoletta Orlandi Posti
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    "Se noi non vediamo i documenti non paghiamo una lira". Così rispose Nicolò Ghedini al telefono la mattina che lo chiamò Spinelli per raccontargli la proposta ricevuta dai malviventi che gli puntavano addosso la pistola. A raccontarlo è lo stesso legale di Berlusconi che in quel momento non sapeva che fosse in corso il sequestro. "Guardi possiamo anche parlarne, possiamo anche decidere di pagare però lei deve venire ad Arcore e portare copie dei documenti". Il ragioniere secondo la ricostruzione dell'avvocato, in quel momento gli ha risposto di non potersi muovere e lui ha capito che c'era qualcosa di strano. A Spinelli dopo il sequestro arrivò anche una telefonata dei suoi sequestratori. Il ragioniere gli disse che voleva vedere i documenti e fare "una cosa trasparente". E' lo stesso Spinelli a raccontarlo agli inquirenti, come riportato nell'ordinanza di custodia cautelare. "Dopo che ho raccontato i fatti a Berlusconi costui mi ha detto che dovevo necessariamente dormire altrove. Quindi quando sono tornato a casa l'ho riferito a mia moglie, lei ha cominciato a fare le valigie e in quel frangente, verso le quindici, è arrivata sull'utenza fissa di casa una telefonata, sicuramente non era uno dei tre sequestratori perchè ho avuto tante ore per imprimermi la loro tonalità di voce".   "Questa persona - prosegue il verbale - mi ha subito chiamato Giuseppe e mi ha chiesto cosa si fosse deciso riguardo alla proposta che avevano fatto. Io ho risposto - continua Spinelli - che in quei termini non era accettabile, che avevo cercato di convincere Berlusconi che voleva però vedere i filmati e fare una cosa trasparente. Lui ha interrotto la telefonata con aria un po' brusca". A questo punto, Spinelli racconta di avere chiamato Berlusconi e Ghedini per riferirgli questa telefonata e di essere stato portato dalla scorta in una località segreta. "Dalla voce - dice Spinelli - era un italiano sicuro, senza inflessioni dialettali e sembrava una persona che parlava in modo scorrevole, fluido".   Ghedini racconta anche che "Spinelli mi parlò di filmati su Fini". La rivelazione che emergerebbe anche nei verbali della vittima. Nel suo racconto agli investigatori Spinelli avrebbe parlato di un foglio di carta ingiallito, in cui ci sarebbe stato scritto Lodo Mondadori, De Benedetti, i nominativi di alcuni magistrati. Il capo della banda avrebbe 'sventolato' davanti al volto di Spinelli una chiavetta Usb e un dvd, ma il ragioniere non sa riferire cosa contenessero. Supporti cartacei e informatici di cui, al momento, non si hanno traccia. ''In realtà non avevano in mano nulla'', ha detto Nicolò Ghedini oggi a Milano per il processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi a proposito del rapimento di Giuseppe Spinelli e di sua moglie. Ghedini ha precisato che non c'era ricatto ma che ''si erano sequestrati il ragioniere" per avere in cambio da Berlusconi del denaro.    

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