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Granata, Briguglio e fino alla Perina:i "rautiani" che han tradito per Fini

Perina e Granata

Andrea Tempestini
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  di Andrea Colombo Boia chi molla! Badoglio! Infame! Tra un saluto romano e la voglia di menare le mani come ai vecchi tempi, la base rautiana alla sola vista di Gianfranco Fini è esplosa. Antiche ruggini sono riemerse dai cassetti degli anni di piombo, quando gli almirantiani (con Fini in testa) sfidavano i rautiani nelle piazze e nelle cariche di dirigenza del Msi.        Quella storia ha avuto un curioso epilogo: i rautiani di allora oggi sono quasi tutti con Fini. Qualche esempio? Fabio Granata era uno dei leader della corrente rautiana siciliana. Non a caso lui a funerali c'era e per togliersi dall'imbarazzo ha colto anche questa occasione per incensare il suo capo contestato: «Fini, da leader politico coraggioso, ha reso omaggio a un personaggio che fa parte della nostra storia. Lo ha fatto a viso aperto, affrontando le contestazioni». Carmelo Briguglio oggi è targato Fli, ma alla fine degli anni '80 da sindaco di Furci Siculo guidò un'insolita giunta di sinistra-destra, esperimento rautiano in piena regola. Fedele alla linea di Rauti era anche Flavia Perina, presente pure lei ai funerali, che entra giovanissima nelle organizzazioni giovanili del Msi e fonda un mensile, «Éowyn», primo esperimento di femminismo di destra. Stesso percorso per Umberto Croppi, già superconsulente e assessore di Gianni Alemanno, ma soprattutto, alla fine degli anni '70, una dei principali organizzatori dei famosi Campi Hobbit, i raduni della destra giovanile rautiana fra musica rock, ecologia e lotta al sistema liberalcapitalista. Oggi Croppi è candidato sindaco di Roma per Fli.  Ma la base se ne frega delle strane alchimie di palazzo e continua a tifare per il Rauti di allora: quello duro e puro che inneggiava al fascismo di sinistra e detestava i compromessi di potere.   

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