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Travaglio, se c'è di mezzo Di Pietro si trasforma pure in avvocato

Nel momento del bisogno, Travaglio difende a spada tratta Tonino: "Un uomo pulito, chi dice il contrario o è in malafede o vuole vendicarsi"

Roberto Procaccini
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  Un manettaro, un giustizialista, un giacobino ghigliottinaro: per qualificare Marco Travaglio sono stati trovati mille aggettivi. Ma c'è una persona in questo mondo per la quale il vicedirettore del Fatto Quotidiano è pronto a tradire la sua natura: Tonino Di Pietro. Per il leader dell'Idv, Travaglio si scopre moderato, invoca il buon senso, pondera i due piatti della bilancia anziché cercare giudizi tranchant. Lui, che considera l'attributo giustizialista un vezzeggiativo, per l'amico in difficoltà si scopre quasi garantista. L'editoriale - Tonino è nei guai: il Movimento 5 Stelle l'ha sorpassato alla grande; il Pd l'ha abbandonato; i vari Maruccio hanno inabissato la sua credibilità; finanche Milena Gabanelli, guru del giornalismo d'inchiesta, col suo Report si è messa ad infierire su di lui. Marco non dimentica gli amici e dedica il suo editoriale quotidiano (eccezionalmente lungo: sfonda la prima pagina e finisce in seconda, mentre di solito si contiene nella prima) all'ex pm eroe di Mani Pulite. Tutto ok - Per il vicedirettore del Fatto non c'è nessuna ombra su Di Pietro. E' tutto ok, tutto chiaro, tutto alla luce del sole: lo dimostrano i procedimenti giudiziari dai quali Tonino è sempre uscito pulito. "Non sono 56 le case - scrive - ma 7 o 8"; chi sostiene il contrario è solo "qualche testimone farlocco o vendicativo". Di Pietro non ha mai peccato in trasparenza o ragionevolezza nella gestione del partito, "fatta salva qualche caduta di stile familistica - chiosa - e qualche commistione tra l'entourage del leader e del movimento". Anzi, Travaglio insinua il sospetto: c'è una regia occulta dietro le grane scoppiate al leader dell'Idv. Per Marco ci sono "le spiate dei servizi segreti al soldo di chi sappiamo, campagne calunniose orchestrate da chi sappiamo". Chi? Non lo dice, l'importante è fare dietrologia. Caro leader - Insomma, quando si tratta di Di Pietro, Travaglio scopre un lealismo senza pari. Per lui Tonino è talmente specchiato che deve sì indire le primarie per l'Idv (come molti chiedono), ma "non sulla leadership, ma sui candidati". "Qualche errore sarà sempre possibile - concede - ma nel prossimo Parlamento ci sarà bisogno di oppositori seri". Ecco, in questo Marco ci consola: l'Idv lo vede all'opposizione. Cioè, seppure dovesse superare lo sbarramento, almeno non sarà al governo.   

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