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Giggino ricorda Che Guevara e si scorda di Napoli

Nell'anniversario della morte del rivoluzionario cubano, il sindaco partenopeo gli dedica un tweet

Roberto Procaccini
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"Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso!". E' con una citazione del drammaturgo Bertolt Brecht che Luigi De Magistris saluta la memoria di Che Guevara, eroe di ogni rivoluzionario dal '68 in poi. E lui, il sindaco di Napoli, sì che è un rivoluzionario. Con quel cognome composto, le origini nel quartiere residenziale del Vomero, papà, nonno e bisnonno magistrati come lui, Giggino rimane uno che scassa, come ama definirsi da quando siede a Palazzo San Giacomo. E fa niente che il comune che guida abbia dichiarato il predissesto, che la pista ciclabile da lui tanto voluta si sia ridotta a una semplice striscia di vernice sull'asfalto, che la sua giunta nei primi 16 mesi abbia già perso pezzi importanti (il pm anticamorra Giuseppe Narducci, l'economista Riccardo Realfonzo, il guru della differenziata Raphael Rossi), che i grandi eventi siano venuti e se ne siano pure andati. De Magistris scassa, c'è poco da fare. Così, alla vigilia della presentazione del Movimento Arancione (la sua esperienza politica, va da sè, non può chiudersi nei confini della città di Napoli), Giggino non si preoccupa della refezione scolastica, per fare un esempio qualsiasi dei problemi dei cittadini partenopei, ma i suoi tweet li dedica al Che. E' il quarantacinquesimo anniversario del rivoluzionario cubano, de Magistris ci tranquillizza: "io lotto". 

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