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Sabina condannata a pagare 40 mila euro per aver insultato la Carfagna

La comica durante il "No Cav Day" del 2008 aveva accusato il ministro di aver avuto una relazione con Berlusconi

Nicoletta Orlandi Posti
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  Una battuta può costare cara, molto cara. Ne deve prendere atto Sabina Guzzanti che è stata condannata dal Tribunale civile di Roma a sborsare 40 mila euro a Mara Carfagna che l'aveva quereleta per quelle parole, non proprio carine, che la comica aveva pronunciato dal palco della manifestazione del "No Cav Day". Era l'8 luglio 2008 e "la figlia del "la figlia del parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti" - così la definì all'epoca il ministro delle Pari Opportunità - si scatenava in un attacco furibondo contro Mara Carfagna: "A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi", disse la Guzzanti lanciando accuse molto pesanti  e insinuazioni hot contro l'ex minsitro alla Pari Opportunità.   La sentenza A nemmeno un'ora dalla conclusione della manifestazione, l'annuncio di una querela da parte del ministero. Ieri la sentenza: a titolo di danno morale, i giudici hanno disposto un risarcimento di 40.000,00 euro “in relazione alla gravità dell'offesa e della diffusione pubblica della medesima”. La sentenza sancisce anche definitivamente la necessità anche giuridica della salvaguardia dell'onore del personaggio pubblico da qualsivoglia attacco ed offesa gratuita che non attenga alla sfera del suo operato politico o delle sue capacità. La decisione del Tribunale al riguardo è molto chiara: non essendo emerso nessun accertamento dell'esistenza e del contenuto delle intercettazioni a cui la Guzzanti fa riferimento nella sua invettiva, neanche la satira può permettersi di non essere rispondente a verità, o finisce per trasformarsi in una mera “aggressione gratuita alla reputazione del personaggio pubblico” preso di mira. Non è tutto, secondo il Tribunale, la Guzzanti ha violato il principio della continenza ed ha riconosciuto “l'effettiva portata denigratoria delle espressioni censurate, inequivocabilmente lesive dell'onore e della reputazione”.  

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