Ambasciator Mortadella: alla fine in Africa ci va lui (e non Veltroni)
L'Onu gli propone un incarico nel Sahel, nell'Africa sub-sahariana, nei pressi del Mali
Il Colle può attendere (forse). Romano Prodi assume un nuovo incarico: sarà inviato speciale per il Sahel, l'area dell'Africa sub-sahariana a rischio instabilità, in particolare, per le ripercussioni del conflitto in Mali. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, intende nominare il Mortadella per il delicato incarico, e lo ha comunicato al Consiglio di Sicurezza con una lettera indirizzata al presidente, l'ambasciatore guatemalteco Gert Rosenthal, che a sua volta ha informato gli altri quattoridici membri, annunciando che prenderà atto della nomina di Prodi, e dunque l'omologherà, se non gli saranno notificate obiezioni entro le 10 di martedì, ora di New York, le 16 in Italia. Sembra un quadretto a metà tra la parodia e un film di James Bond, ma è tutto vero, nomi compresi: l'ex presidente del Consiglio se ne va (forse) in Africa. Per lui è stato creato un nuovo ruolo, quello di ambasciator Mortadella. Prodi l'africano - Certo, il "pericolo" della scalata al Colle è tutt'altro che scongiurato. Il piano per portare Prodi sulla poltrona che, a breve, Giorgio Napolitano lascerà libera esiste e forze trasversali del Parlamento si adoperano per portarlo a compimento. La speranza, per chi non vede di buon occhio l'insediamento di Prodi al Quirinale, è che l'incarico di ambasciatore per il Sahel almeno lo distragga un po' dal proposito. Per convincerlo ad impegnarsi nel Continente Nero, Ban Ki-moon, nella sua missiva, ha ricordato "la lunga e onorata carriera del signor Prodi al governo e nella diplomazia internazionale come fautore di consenso, avendo egli servito per parecchi anni quale primo ministro dell'Italia e quindi presidente della Commissione Europea". Tra l'altro, già dal 2008, l'ex presidente del Consiglio italiano presiede il Gruppo di Lavoro Onu-Unione Africana per le missioni di pace in Africa. Al centro del suo possibile prossimo incarico si pone soprattutto il progetto di dare vita a una forza multinazionale per il Mali e gli Stati vicini, creata con il sostegno dello stesso Palazzo di Vetro dall'Ua e dall'Ecowas, la Comunità Economica dei Paesi dell'Africa Occidentale, la principale organizzazione regionale.