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Sallusti torna alla direzione de "Il Giornale"

Alessandro Sallusti

Matteo Legnani
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Una settimana dopo le sue dimissioni Alessandro Sallusti torna alla direzione de Il Giornale. In mattinata un nuovo appello dell'editore del quotidiano, Paolo Berlusconi, che aveva invitato l'ex direttore a tornare sui suoi passi: "Non ho intenzione di rinunciare a Sallusti come direttore. Per questo motivo gli chiedo di ritornare in sella", scriveva il fratello del Cavaliere. Che aggiungeva: "Sento l'obbligo morale di dare un forte seno di urgenza al Parlamento, al governo, al Quirinale perché si cambi una volta per tutte una legge illiberale", ossia quella che ha portato alla condanna di 14 mesi di reclusione per Sallusti, reo di omesso controllo sull'ormai celebre articolo di Dreyfuss-Renato Farina, scritto ai tempi in cui era direttore di Libero. Sallusti, dopo aver ricevuto una solidarietà bipartisan sia dal mondo della politica sia da quello dell'informazione, è così tornato sui suoi passi, e lo ha fatto ancor prima che, effettivamente, cambiasse qualcosa: per quel che riguarda la modifica della legge restano 24 giorni, e se non interverrà alcun cambiamento legislativo Sallusti sarà incarcerato. Come mai questa repentina retromarcia? Probabilmente si è rivelato decisivo l'appello dell'editore. "Sallusti - scriveva Paolo Berlusconi - potrà condurre la sua, la nostra battaglia dalla sua scrivania di via Gaetano Negri. E se la politica non dovesse riuscire a emendare il Codice per tempo, si assumerà la responsabilità di vedere un uomo trascinato via con le manette ai polsi dalla sede del Giornale che dirige". "Offensivo dire di no" - Sallusti, intervistato da TgCom24, ha poi spiegato: "Stamattina sul Giornale ho letto con sorpresa questo invito dell'editore a tornare al timone del Giornale e sarebbe stato maleducato e offensivo dire di no. Per questo accetto molto volentieri di tornare al mio posto. Ho firmato le dimissioni, ho restituito tutto ciò che mi competeva come direttore perché credevo che fosse doveroso che il Giornale non fosse costretto ad avere un direttore con un mandato d'arresto. Se però all'editore va bene così, sarebbe arrogante dire di no". Il direttore ha poi spiegato che l'editoriale di domani "sarà un ringraziamento all'editore e alla redazione per questa fiducia rinnovata". Sul "countdown" al termine del quale potrebbe tornare in carcere ha spiegato: "Ho visto con piacere che al Senato si è cominciato a lavorare per cambiare la legge, speriamo che non ci siano incidenti di percorso. Trascorro questi giorni molto serenamente perché credo che il problema di una condanna sia la vergogna sociale ma da parte mia tutto questo non c'è. L'unica preoccupazione è quella di andare in carcere ma non è questo il punto centrale della questione", ha concluso. Vittoria su tutti i fronti - E in parallelo, andando oltre la decisione di tornare alla direzione de Il Giornale, quella che Sallusti sta ottenendo è una vittoria totale, ottenuta su tutti i fronti. Sollecitato dal ministro della Giustizia, Paola Severino, il mondo della politica ha iniziato a muoversi per modificare le norme che hanno permesso ai giudici di condannare Sallusti a 14 mesi di carcere senza condizionale per un articolo diffamatorio. I colleghi di sinistra (i vari Travaglio, Padellaro, ecc...), che lo attaccavano definendolo "fazioso" hanno dovuto abbassare i toni di fronte all'enorme attestato di solidarietà ricevuto da Sallusti dal mondo del giornalismo italiano. E infine, come già riportato, l'editore, che dopo aver ribadito la piena fiducia in Sallusti dopo la sentenza della Cassazione, è tornato a chiedere a Sallusti - con successo - di restare al timone, poiché soddisfatto degli eccellenti risultati ottenuti dal quotidiano sotto la sua guida.

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