La Polanco coi costumi del bunga bunga"Ad Arcore pure D'Alema e Di Pietro"
La dominicana sul settimanale "Oggi" in edicola domani parla a ruota libera delle serate col Cav. "Silvio? Lo amo"
Parla a ruota libera, Marysthelle Polanco. Più che in tribunale durante il processo per i cosiddetti festini di Arcore. In un servizio che sarà in edicola domani sul settimanale "Oggi" indossa i travestimenti del bunga-bunga. C'è quello in guepiere e calze rosse a pois neri, quello con parucca di lustrini e quello da Obama (che a lei, "abbronzata" come il presidente americano, stava particolarmente bene): camicia bianca, cravatta e maschera di gomma con i tratti di Barack. Ma non c'è quello da Boccassini. "Papi, quando mi vide conciata così, rimase di stucco e rise un sacco" dice Marysthelle. Che con le altre ragazze non si sente più. "Solo con la Minetti parlo ancora al telefono, ma lei fa l'amica per sapere tutto di te e di se non dice nulla". Della consigliera più sexy del Pirellone dice anche che "prima della sua candidatura, ebbe una relazione con Papi". Ma non tutto è finito: a cena le cene si fanno ancora e, secondo la Polanco "Silvio sta pensando di riprendere anche coi dopocena". Come quelli in cui, ricorda, "la Minetti e Barbara Faggioli vestite da suore, con crocifisso e copricapo e sotto completi burlesque. Iris Berardi faceva Ronaldinho, Linsay Barizonte invece D'Alema o Di Pietro, in base alle news del giorno. Stavamo sull'attualità. Da Boccassini mi sono vestita quattro o cinque volte. Lui rideva, in sottofondo c'era la mia canzone Mueve tu cuerpo. Poi facevo Obama, Whitney Houston: uscivo sulle note di I will always love you. Papi pensava fossi io a cantare ma ero in playback". A "Oggi" la Polanco parla anche dei suoi rapporti con l'ex premier: «Lo amo, ma è un amore diverso. Quando ci porta a vedere la sua tomba ad Arcore, che però non è finita perché dice che se la finisce poi muore, io divento triste, penso a quando non ci sarà più... Non ho fatto sesso con lui. L'ho baciato? Sì sì, sulle labbra, sulle guance, sulla testa, ovunque».