Filosofo da catastrofe"Che bella la mia Emiliasconvolta dal terremoto"
Il regista fa l'ottimista con le macerie degli altri
Fanno gli ottimisti con le macerie degli altri. Mentre le giornate e le notti emiliane continuano ad essere funestate dalle scosse, si manifestano i filosofi della pacca sulla spalla, pronti a sostenere che anche nella tragedia s'annida la bellezza (tanto la tragedia la vivono gli altri). Ecco il professor Paolo Crepet lesto a spiegare che il terremoto «è un lutto terribile, ma anche una grande opportunità di rinascita, di ricostruzione». E Persino un emiliano sensibile come Pupi Avati, ieri sulla Stampa, si è prestato alla retorica del tanto peggio tanto meglio. «Quella dei matrimoni e delle prime comunioni all'aperto, nei paesi devastati dal terremoto», ha detto, «è una fotografia meravigliosa. (...) Sono convinto che siano stati matrimoni e prime comunioni più emozionanti, e indimenticabili, di tanti altri festeggiati al ristorangte o in una villa con il catering». Sembra una pubblicità atroce: volete rendere indimenticabili le vostre nozze? Ecco cosa fa per voi: una bella eruzione vulcanica. Leggi l'articolo integrale di Francesco Borgonovo su Libero in edicola oggi 5 giugno