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Orlando, il mago delle assunzioni inutili

Leoluca crea lavoro con i soldi altrui. E pretende di essere il nuovo che avanza

Pruneddu Pietro
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In nuovo che avanza a Palermo è Leoluca Orlando. Uno entrato in politica ai tempi di Salvo Lima e Pier Santi Mattarella. Nel suo curriculum figurano dodici anni già trascorsi sulla poltrona di primo cittadino, l'incarico in Regione, la carica di deputato. Sempre con una casacca diversa. Democrazia Cristiana, poi Rete, Margherita, Italia dei Valori. In tutti quest anni, Orlando si è accreditato come l'artefice della "primavera politica" siciliana. Durante i suoi mandati, Leoluca ha fatto fiorire le assunzioni. Lui e il suo successore Cammarata sono i responsabili del buco di bilancio nelle casse del Comune di 200 milioni di euro. Si deve ringraziare Orlando per i 25 mila dipendenti che gravano sul bilancio comunale: il doppio di quanti sono a Milano, con la metà della popolazione.  Escamotage - Come scrive Maurizio Belpietro, direttore di Libero, il sistema funzionava così: Orlando promise di assumere soggetti svantaggiati e e senza lavoro, integrandoli nell'amministrazione municipale. Non come dipendenti diretti ma come lavoratori di cooperative legate al Comune. Prima pagava la Regione, poi lo Stato. Inoltre, prima di lasciare la carica nel 2000, Orlando creò la Gesip, azienda a cui è affidata la gestione degli impianti comunali. Una nuova tornata da 1550 assunzioni per una spesa di 40 milioni di euro. E adesso Leoluca minaccia di tornare. Alla faccia dei tagli, ha già fatto sapere che in caso di vittoria terrà anche la delega al personale. L'avviso è chiaro: a Palermo i posti di lavoro sono roba sua.

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