Vittorio Feltri risponde a Fabrizio Cicchitto: "Altro che camicie nere, il guaio sono i cretini a Roma"
Di seguito pubblichiamo la lettera scritta da Fabrizio Cicchitto a Vittorio Feltri e la risposta del direttore in materia di fascismo e comunismo. Caro direttore, avendo scritto sul suo quotidiano un articolo sul patto Ribbentrop-Molotov mi consenta di intervenire sulle polemiche provocate dal documento approvato dal parlamento europeo che ha espresso una condanna sui due totalitarismi che hanno insanguinato il XX secolo. Anch' io, pur non riconoscendomi per niente neanche in esso, posso condividere l' osservazione che il comunismo utopico non è per nulla equiparabile al nazismo. Ma se invece passiamo dall' utopia alla storia i parallelismi sono agghiaccianti. Il tanto disprezzato Kerenskij guidò una rivoluzione democratica contro lo zarismo, ma poi egli fu spazzato via dal colpo di Stato militare posto in essere da Lenin e da Trotskij che, usando la copertura ideologica della dittatura del proletariato, realizzarono la dittatura di un partito minoritario su tutti i ceti sociali, classe operaia compresa: forse i nostri comunisti hanno dimenticato la repressione di Kronstadt? Poi Lenin che nelle sue lettere pubbliche ordinava ai suoi interlocutori "fucilate, fucilate" in una lettera rimasta segreta mise sull' avviso il suo partito di non dare il potere a Stalin perché era rozzo e brutale. Stalin prese il potere distruggendo anche l' originario gruppo dirigente bolscevico, da Bucharin a Trockij: egli è stato il più grande assassino di comunisti che la storia ricordi. Per altro verso i sei milioni di ucraini distrutti attraverso una carestia scientificamente prodotta dal regime staliniano non sono certo il frutto di un "errore" provocato in un regime peraltro fondamentalmente più avanzato del capitalismo da un eccessivo culto della personalità come sostenne Togliatti nelle sue riflessioni sulla relazione di Kruscev al XX congresso.Poi dopo quella relazione gli insorti ungheresi repressi a cannonate dai carri armati russi non apprezzarono molto il salto di qualità della destalinizzazione. Diciamo allora una spiacevole verità: dobbiamo ad Hitler se dopo i due anni cruciali di guerra del 1939 e del 1940 trascorsi all' insegna del patto Ribbentrop-Molotov Stalin è stato recuperato all' antinazismo e all' antifascismo grazie all' attacco sferrato dall' esercito nazista all' URSS nel 1941. Infatti in quei due anni cruciali Stalin aveva definito come una guerra imperialista scatenata da Francia e da Inghilterra quella invece derivante dall' attacco di Hitler. E in quel quadro aveva concordato con quest' ultimo l' occupazione e la spartizione della Polonia. Poi attraverso l' Internazionale comunista Stalin diede indicazione assai precisa ai partiti comunisti dell' Occidente tant' è che il Partito Comunista francese scoprì in quei due anni l' antimilitarismo e il pacifismo colpendo così alle spalle l' esercito francese già disarticolato dal blitzkrieg nazista. Fortunatamente il conservatore Churchill organizzò una straordinaria resistenza e a quel punto nel suo delirio d' onnipotenza Hitler si rivoltò contro la Russia nel 1941. Quindi grazie alla follia di Hitler l' URSS e i partiti comunisti tornarono all' antifascismo e all' antinazismo militante e così alla metà degli anni '40 Camilla Ravera e Umberto Terracini, espulsi negli anni del confino per aver espresso tutto il loro orrore nei confronti del patto Ribbentrop-Molotov, furono riammessi nel partito. Leggi anche: "Le masse seguono pazzi come Stalin e Hitler. Così...". Feltri firma il più duro degli attacchi a Greta Thunberg I LIBRETTI - Ai nostalgici del comunismo che hanno espresso tutto il loro orrore per quella sacrilega equiparazione consigliamo la lettura di due aurei libretti: quello di Angelo Tasca su Due anni di alleanza germano-sovietica"e un libro francese dal titolo Le rouge et le noir che è il resoconto di un viaggio in Russia di una delegazione nazista di studio del gulag. Le conclusioni di quella delegazione furono che i gulag fondavano il loro ruolo di distruzione psico-fisica delle persone grazie alla denutrizione e a temperature che stavano 30 gradi sotto zero. In Germania però non c' era questa risorsa climatica, per cui la commissione concluse che per raggiungere quell' obiettivo della distruzione delle persone bisognava ricorrere ad altro. Oggi sappiamo che quell' altro furono i lager e i gas. Infine perché i comunisti nostalgici non hanno speso una parola per ricordare i 200 comunisti italiani fuggiti dall' Italia nazista ritenendo di trovare in URSS il paese della libertà e che sono stati uccisi nei gulag? LA RECESSIONE - Detto tutto ciò in modo assai chiaro e netto non possiamo fare a meno di rilevare che oggi mentre i nostalgici del comunismo sono ridotti ad un' esigua minoranza senza segni di espansione, invece nazisti e antisemiti specie in Germania, ma anche in Francia e in Italia sono in espansione. I risultati di AFD in Germania sono molto preoccupanti. Per anni si è pensato che la follia nazista e specialmente quella antisemita fosse un prodotto irripetibile dell' Europa sconquassata dalla prima guerra mondiale e dall' iniqua pace di Versailles. Invece evidentemente si tratta di pulsioni molto più profonde. Adesso per un verso recessione e immigrazioni provocano anche reazioni di estrema destra, mentre il rinascente antisemitismo di stampo europeo specie in Francia si intreccia con quello di derivazione islamica. Guai a sottovalutare tutto ciò. di Fabrizio Cicchitto Carissimo onorevole, condivido come sempre le sue analisi storiche e politiche. Lei sa quel che dice, e non mi sogno neanche lontanamente di contestarlo. Comunismo e nazismo per qualche tempo sono stati parenti stretti, poi il sodalizio si è sciolto per i motivi da lei ricordati con precisione. Io sono stato parecchi anni antimarxista perché il mondo e l' Italia, in particolare, erano pieni di compagni che desideravano essere guidati dai signori i quali brandivano falce e martello. Poi l' impero del socialismo reale si è sfaldato quasi all' improvviso, il Muro di Berlino si è sbriciolato, e da quel momento i rossi non sono più stati nemici miei per il semplice fatto che avevano perso e quindi erano destinati a non rompere più le balle, cosicché ho cessato, per mancanza di avversari, di essere anticomunista. Quanto al fascismo, essendo morto e sepolto col Duce molti anni prima, non ho mai avuto modo di combatterlo poiché non ho l' attitudine a fare la guerra ai fantasmi. Oggi parlare di minaccia proveniente dagli eredi di Mussolini mi pare ridicolo. E qui dissento da lei in toto, almeno per ciò che concerne il Belpaese. Dovrebbe sapere che alle ultime elezioni politiche Casa Pound non ha ottenuto un risultato strabiliante: solo la miseria dello zero virgola. Il che significa che le camicie nere sono una esigua e trascurabile minoranza. Pure l' antisemitismo secondo me non è un pericolo vero, posto che qualche cretino in giro per l' Europa c' è sempre stato e sempre ci sarà animato da un razzismo stolto. Pertanto se la dittatura del proletariato - a parte che in Cina e in alcune nazioni sudamericane - non terrorizza nessuno, a maggior ragione non possono preoccupare i rigurgiti esigui del nazifascismo, di cui i nostri contemporanei non hanno memoria diretta e ne blaterano per sentito dire. Attualmente non dobbiamo per fortuna bisticciare con quelli delle camere a gas e dell' olio di ricino, bensì con i cretini che da Roma ci governano in maniera dilettantesca e insensata. di Vittorio Feltri