Vittorio Feltri, Salvini e il suo "peccato di leggerezza": "I sondaggi non contano, cosa non ha capito"
Pubblichiamo la lettera del lettore di Libero Francesco Lojacono e, di seguito, la risposta del direttore Vittorio Feltri. Caro direttore, sono un affezionato lettore di Libero, ma questa volta ho motivo di essere arrabbiato con Voi. Non sono mai stato elettore di Salvini, ma oggi se ci fossero delle elezioni voterei per lui. Avete ripetuto per mesi sino quasi allo sfinimento che il leader della Lega avrebbe dovuto staccare la spina al governo con il Movimento 5 Stelle per mille ragioni, anche quelle di arrivare a nuove elezioni e raccogliere i voti che i sondaggi gli attribuivano. Cosa è cambiato da quando lo dicevate voi a quando Salvini, di fronte ad un voto per la Tav ha votato per il Sì in conformità di come si era espresso il Presidente del Consiglio Conte? È stato il partito di Di Maio che invece ha votato per il No all' alta velocità ed è stato quindi il Movimento ad essere andato contro l' alleato, ma ancor più grave contro il Presidente del Consiglio, che fra l' altro è stato scelto proprio dai pentastellati. Per me ha scelto il momento giusto per rompere con gli alleati, ma quello che sarebbe necessario è che i media (Voi per primi) portaste avanti la tesi che i traditori sono stati quelli del M5S e quindi loro i colpevoli di lasciare un Paese senza governo. Francesco Lojacono ****** Caro lettore, comprendiamo il suo malumore, ma la preghiamo di non attribuirlo a noi che mai abbiamo incitato Salvini a rompere l' alleanza con i 5 Stelle ben sapendo che in Parlamento Di Maio ha il 33 per cento dei senatori e dei deputati, mentre la Lega è ferma al 17, per adesso. Non siamo nati ieri: in politica comanda chi ha ottenuto più consensi e non chi primeggia nei sondaggi. Se il vicepremier avesse provocato la crisi due o tre mesi fa avrebbe commesso la stessa sciocchezza, dato che i numeri di allora non erano diversi rispetto a quelli attuali. Tra l' altro il Carroccio ha guadagnato parecchie preferenze grazie alla attività di Matteo in veste di ministro dell' Interno di questo esecutivo, quindi vuol dire che il famoso contratto lo ha favorito. Abbiamo scritto decine di articoli per avvertirlo: se lasci i grillini, occhio che questi fanno un accordo con i signorini del Pd e ti tagliano fuori da ogni gioco. Non conviene. Gli ex comunisti hanno sempre dichiarato di non avere intenzione di allearsi con i pentastellati, però le parole volano. Infatti, non appena hanno annusato nell' aria del palazzo la possibilità di tornare al potere, si sono rimangiati gli impegni solennemente assunti e hanno cominciato a trattare con gli ex nemici. E ora sono pronti ad abbracciarli. Soltanto all' idea di cacciare in un angolo Alberto da Giussano tutti, e sottolineo tutti, vanno in brodo di giuggiole. E ciò provoca in noi un senso di nausea, alla quale però siamo avvezzi e non ci sorprende neppure che il Quirinale non sciolga le Camere. Si dà il caso che Mattarella sia tenuto, prima di mandare a casa i poltronisti, ad esperire una serie di tentativi per costituire una maggioranza alternativa a quella in uscita. A nostro avviso, Salvini ha commesso un peccato di leggerezza nello sganciarsi dai 5 Stelle. Non ha pensato che costoro quanto la opposizione non aspettavano altro che la opportunità per toglierselo dai piedi. di Vittorio Feltri