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Vittorio Feltri, l'amara verità sui magistrati italiani: "Tutte caz*** spacciate per reati"

Giulio Bucchi
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Divampa la polemica sui magistrati i quali si massacrano tra loro per futili motivi. Si accusano a vicenda di creare delle consorterie finalizzate a nominare Tizio o Caio ai vertici degli organismi che regolano la loro professione. In pratica applicano a se stessi i medesimi criteri con cui superficialmente giudicano l' operato dei cittadini comuni ovvero bastonando chi esercita il traffico di influenze, chi commette abuso d' ufficio, un reato del menga, chi telefona a Mario per dirgli che Giuseppe merita una consulenza in ambito regionale. Tutte cazzate spacciate per delitti quando invece si tratta di normali relazioni umane. Le toghe, poverette, a forza di vedere il male dappertutto lo vedono anche in casa propria e sbagliano delle grosse. È ovvio che in qualsiasi corporazione che voglia darsi delle pseudo gerarchie si intreccino vari interessi, non economici, ma almeno ideali. In un giornale, qualora si tratti di eleggere il Comitato di redazione, i cronisti si scambiano opinioni e cercano di trovare un compromesso sui nomi dei colleghi candidati a ricoprire ruoli sindacali. Non c' è niente di strano, tantomeno di delittuoso. La stessa cosa succede tra coloro che detengono il potere giudiziario. Si incontrano al ristorante o al bar, discutono, litigano e alla fine si accordano. Dove è lo scandalo? Dove è il reato? Tra i diritti umani esiste pure quello di associazione, che non può essere negato ai padroni dei tribunali. I quali, se creano delle cordate per favorire qualcuno al posto di altri, non vanno biasimati bensì compresi. Sono uomini e non robot e si comportano come i loro simili appartenenti a qualsiasi categoria. I giudici non sono dei, ma persone di cui hanno tutti i difetti e tutte le debolezze. Non fosse così non commetterebbero tante cazzate: sentenze sballate, indagini ridicole, procedimenti che durano decenni e sfociano in verdetti che gridano vendetta. Dobbiamo rassegnarci. Perfino tra chi dovrebbe applicare la legge esistono dei coglioni, esattamente come si registra tra i geometri, i medici e soprattutto tra i giornalisti. Smettiamola di attaccare i parrucconi e ficchiamoci in testa che sono uguali a noi, specialmente nel peggio, pertanto sbagliano spesso, talvolta sapendo di sbagliare dato che sono influenzati da passioni politiche, da odio sociale e da svariati vizi congeniti agli esseri viventi. Possiamo soltanto auspicare che la caccia al reo si attenui. E si tenga conto che il nostro Paese è in fondo alla classifica in materia di violazioni dell' ordine costituito. L' Italia in confronto ad altre nazioni non solo europee è un giardino fiorito e non un mare di fango. di Vittorio Feltri

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