Vittorio Feltri e l'arresto dei genitori di Matteo Renzi: "Che vaccata quei due vecchi ai domiciliari"
Non so se l'arresto domiciliare dei genitori di Matteo Renzi sia giustificato o no. Non mi intendo di bancarotta e di fatturazioni fasulle. Ma so che prima di rinchiudere dei cittadini sarebbe meglio processarli e provarne la colpevolezza. Nel caso specifico invece i pm e similari hanno parlato di rischio. Quale? Che i due reiterino il reato attribuitogli. Mi pare improbabile che i settantenni con i riflettori addosso possano seguitare a fare i furbi, ammesso e non concesso che abbiano cominciato a sgraffignare. Così come mi sembra grottesco pensare che la coppia sia in grado di fuggire all'estero per non essere sottoposta a giudizio. Insomma questo provvedimento restrittivo della libertà di due vecchi è improbabile sia dettato da motivi precauzionali. È una forzatura; al mio paese direbbero è una vaccata. Leggi anche: Dieci anni di ritardo: una stranezza senza precedenti. Genitori di Renzi, ecco che cosa non torna sull'arresto Una cosa è certa: se, al termine del procedimento, i presunti furfanti risulteranno innocenti, succede a parecchi imputati, nessuno pagherà. Nei giorni scorsi la stampa italiana ha pubblicato i dati riguardanti gli errori giudiziari, che sono una caterva. Pertanto c'è poco da stare tranquilli. Personalmente ritengo innocenti coloro che non sono schiacciati da prove evidenti. E le manette allegre non esistono. Anzi, non dovrebbero esistere. Quando poi si stringono attorno ai polsi di gente che in qualche modo ha che fare con la politica, sento puzza di bruciato. Ricordo con rammarico alcune vicende. Quella di Craxi, che contribuii a demonizzare (pentendomene), rimane esemplare. Egli fu condannato mentre i comunisti, che pure ricevettero denaro sporco (la famosa tangente sparita nella portineria di Botteghe Oscure), la fecero franca: anziché in prigione finirono al governo. Poi quella di Andreotti, ancora più assurda. Andò alla sbarra quale mafioso e mandante di omicidio. Assolto dopo anni di torture tribunalizie. Vi pare che un signore che fu premier sette volte sette avesse bisogno di baciare Totò Riina per menare il torrone? Ridicolo. Si trattò di autentica persecuzione. Della quale i giudici non risposero mai. Infine, la storia di Berlusconi, sottoposto a una miriade di indagini e condannato per una faccenda che non lo riguardava, dato che le evasioni fiscali, se ci furono, avvennero allorché il Cavaliere non ricopriva alcun incarico nella azienda di sua proprietà. Non solo, ma egli fu cacciato dal Parlamento in applicazione di una legge retroattiva, la Severino. Nessuno si scandalizzò perché Silvio stava sui coglioni a una folla di bischeri patentati. E ora siamo a Renzi, maciullato dai suoi compagni e dagli avversari di altri partiti. Nella vita ti perdonano tutto tranne il successo. Se vai in malora rendi felici i tuoi nemici, cioè coloro che hai battuto nelle battaglie pubbliche. Matteo Renzi ha commesso un grave errore: ha tentato di cambiare il Pd e non ci è riuscito, poiché è rimasto a metà strada fra il comunismo bieco e il rinnovamento, la democrazia. Paga un prezzo eccessivo: e a saldare il debito oltre a lui sono coloro che lo hanno messo al mondo. di Vittorio Feltri