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Vittorio Feltri, quello che non si può dire sul ses*** in Italia: "Luxuria, gay e trans, ecco la verità"

Giulio Bucchi
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Domenica sera, come sempre, è andato in onda Non è l' Arena, programma condotto da Giletti su La 7. Bella trasmissione di successo. A un certo punto, una delle ospiti, Daniela Santanchè, ha chiesto a Luxuria, che a me è simpatica, se avesse o no il pene, e costei o costui ha risposto affermativamente. Al che, Daniela ha sostenuto: allora sei un maschio e non una femmina. Difficile darle torto. Personalmente non ho mai visto una donna che al posto della vulva avesse il pisello. Su questo non ci sono dubbi. Ma la povera Santanchè, nonostante avesse pronunciato un assioma, è stata brutalmente contestata da chi era in studio. Caprarica le ha detto di essere un epigono di Hitler, paragone francamente eccessivo, Luxuria l' ha brutalmente contestata, lo psichiatra non le ha risparmiato critiche sanguinose e la nostra amica De Girolamo ha fatto altrettanto. Non ho capito dove e perché Santanchè abbia sbagliato. I sessi sono due, maschio e femmina, il terzo non è previsto dalla natura. Per cui la signora in questione ha ragione da vendere. Che poi vivano felici gli omosessuali e i trans non significa nulla e nulla importa. A nessuno. I gay ci sono e non ci danno alcun disturbo, si comportino pure come credono. Il punto è un altro. Il pene è dei maschi e la vulva è delle donne. Voler inventare un terzo sesso significa imbrogliare le carte e le carni. Ciò non significa demonizzare gli omosessuali, bensì dire le cose come stanno. Insultare Daniela poiché afferma una verità è una insopportabile prevaricazione, intollerabile sebbene di moda. Noi di Libero siamo stati oggetto di ostracismo solo perché abbiamo scritto che i gay aumentano mentre il Pil e il fatturato diminuiscono. Due fatti che la cronaca non può ignorare. Ma i fatti danno fastidio a chi non li vede. di Vittorio Feltri

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