Vittorio Feltri, la lezione di vita a Luigi Di Maio
Mai avrei pensato di dover difendere Di Maio, e invece mi tocca il compito per motivi di coerenza con le mie idee, pur sbagliate siano. Il vicepremier è un pasticcione di Napoli che va condannato per ciò che ha fatto, e pure per ciò che non ha fatto. È un magliaro venditore di sogni e di fumo. Non padroneggia la lingua di Dante e neppure quella, più simpatica, di Eduardo De Filippo. Ha in particolare un contenzioso irrisolto col congiuntivo. Non importa. Oggi l' ometto merita una tiratina di orecchie oltre a un intervento a suo favore. Una moltitudine di politici e di semplici cittadini lo accusa di avere un padre furbetto il quale in tempi remoti ha assunto nella propria ditta un lavoratore in nero. Non solo. Il suddetto genitore avrebbe avuto una casa abusiva, poi condonata, che tuttavia al Catasto non risulterebbe sistemata. Certamente non sono cose edificanti che aiutano a lustrare la reputazione di un vicepremier. Però mi domando che c' entri Gigino con le porcatine di papà. Il ragazzo semmai è obbligato a rispondere delle sue azioni e non di quelle dei famigliari. Mi infastidisce il fatto che il ministro del Lavoro venga sfruculiato per scorrettezze non compiute da lui medesimo bensì dagli ascendenti. È pur vero che Di Maio in un recente passato è andato ferocemente contro Renzi e la Boschi in quanto nelle loro dimore sarebbero stati presenti personaggi non limpidi, che successivamente sono risultati limpidissimi. Per approfondire leggi anche: Feltri demolisce Di Maio: "Lavoro nero? Macchè, va attaccato perchè non capisce un ca***" Il partenopeo a suo tempo ha sbagliato delle grosse a sputtanare l' ex presidente del Consiglio e la signora ministra. Non si specula sulla condotta degli altrui congiunti. Gli uomini si giudicano in base al loro comportamento, non a quello di padri, madri e fratelli. E se il concetto vale per Renzi e Boschi, vale altresì per Di Maio. Egli semmai deve recitare il mea culpa, ma è vietato ai suoi avversari utilizzare le stesse armi da cui sono stati feriti. Su questo non ci piove. Non è tollerabile usare due pesi e due misure davanti a storie speculari. Un' ultima considerazione. Si dice che il capofamiglia della genia Di Maio abbia fruito di manodopera retribuita sottobanco. Ciononostante trattasi di un peccatuccio assai diffuso nel Mezzogiorno, dove quelli pagati regolarmente sono encomiabili eccezioni. E quanto all' abusivismo edilizio, occorre affermare che al Sud è normale costruire a capocchia, e prendersela con il vecchio Di Maio poiché si è adattato alle regole vigenti in Terronia è una pratica leggermente schifosa. di Vittorio Feltri