Vittorio Feltri, la letterina a Siena dopo il palio: non pensate ai cavalli, preoccupatevi dei buchi in Mps
Il Palio straordinario di Siena, avvenuto sabato, è stato uguale a quelli ordinari: uno spettacolo inguardabile condito con le solite crudeltà oscene. So che dicendo queste cose mi garantisco le consuete contumelie dei senesi, legati affettivamente e incoscientemente a questa manifestazione medievale, cruenta e priva di pietà. Ma non importa. Sono abituato ai loro insulti motivati dal fatto che non sarei capace di comprendere il valore storico della animalesca tenzone. Durante la quale immancabilmente succede tutto il peggio immaginabile. Cavalli frustati e lanciati al galoppo sfrenato su una piazza ricoperta di terra del contado, essi nelle piegate faticano a rimanere in piedi, spesso vanno a sbattere contro i cosiddetti materassi; vari fantini cadono e vengono travolti dagli equini, tra cui talvolta non mancano quelli che muoiono ammazzati perché irrimediabilmente feriti. Personalmente ho praticato l' ippica e conosco la cattiveria degli ippici che, pur di vincere una gara, sottopongono le nobili bestie a vere e proprie torture. Ma almeno negli ippodromi si applicano alcune regole, pur non sempre rispettate. Io non ho mai usato il "bastone" per ottenere il massimo rendimento dai miei amici quadrupedi, per una semplice ragione: non c' è bisogno di picchiarli per farli andare veloci, sono collaborativi e in corsa danno tutto quello che hanno spontaneamente. Ciò è dimostrato anche da quanto è successo nella bella città toscana sabato scorso: ha trionfato un mezzosangue scosso ossia privo di guida poiché il suo fantino era stato sbalzato, rotolando al suolo. Significa che il cavallo mediamente è più intelligente e volitivo di chi lo monta e lo obbliga a sforzi estremi. Il Palio va eliminato in nome della civiltà oltre che per rispetto verso animali nei confronti dei quali dovremmo essere grati, visto che fino al 1800 sono stati l' unico mezzo di trasporto utilizzato dagli umani. Concediamo loro il privilegio di non essere martirizzati. Cari senesi, smettete di appassionarvi alla macelleria di piazza. State attenti ai buchi delle banche più che alle galoppate. di Vittorio Feltri