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Italia già a casa, disastro con l'Uruguay: perdiamo 1-0

Andrea Tempestini
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L'arbitro, certo, il signor Daniel Moreno Fernandez, proprio come Moreno si chiamava l'arbitro che ci condannò in Corea del Sud nel 2004. Ma anche l'allenatore, Cesare Prandelli, timido, spuntato (in tutte le accezioni possibili), padre di una squadra insipida e - ammettiamolo - inguardabile anche nella decisiva partita con l'Uruguay. Partita persa per 1-0. Italia a casa. Il mondiale brasiliano è già finito. Il processo al Ct sta per iniziare, giusto il tempo di metabolizzare la delusione per una sconfitta tremenda. Morso Suarez - Doveva essere la partita della vita, anzi lo era. Parole di Prandelli. Ci sarebbe bastato un pareggio per passare il turno. E invece arriva una sconfitta. Decide il gol di testa di Godin a nove minuti dal termine. Gigi Buffon, dopo aver parato anche i sassi, non ci ha potuto fare niente. Ma soltanto due minuti prima della rete che ci condanna un episodio che ricorderemo a lungo: Suarez, che ha il vizietto, morde Chiellini sulla spalla. Un gesto che con tutta probabilità gli costerà una lunga squalifica con la prova tv. Un gesto che però il signor Moreno non vede: era rosso diretto, ma Suarez resta in campo. Espulsione scandalosa - Ma non è neppure il morso non visto il "peggio" del signor Moreno. Il "peggio" arriva al 14esimo della ripresa, l'episodio che stravolge la partita: rosso diretto a Claudio Marchisio. Rosso per un contatto con Arvelao Rios, un intervento che forse - ma forse - poteva valere il cartellino giallo. Per il signor Moreno è rosso. Rosso diretto. La rabbia è alle stelle, mista alla delusione. Si sfiora la rissa. All'uscita dal campo, a partita finita, eloquente il gesto di Giorgio Chiellini, uno dei pochi che ci ha provato fino all'ultimo. Un po' come Mourinho, ecco le manette mimate al delegato della Uefa. "Uno scandalo, partita falsata", dirà poi ai microfoni di Sky. E su Suarez: "Fa il furbo, la Uefa glielo permette". Miracoli di Gigi - Dicevamo, l'arbitro, certo. Ma anche Prandelli. Già, perché c'è stata anche una partita. Tesa, tesissima. Ma soprattutto brutta. E a giocare peggio è stata l'Italia, imbrigliata in uno sterile possesso palla, senza idee, senza spunti. E soprattutto senza un gioco in attacco (e il Ct, su questo, ha grosse responsabilità). Le occasioni più grandi sono tutte per l'Uruguay: al 32esimo del primo tempo Buffon fa un mezzo miracolo. In uscita tocca la palla a Suarez, la sfera s'impenna e arriva Lodeiro pronto a ribattere a colpo sicuro. Ma Gigi con uno scatto felino ci arriva, non si sa bene come, e ci salva per la prima volta. In una partita avara di occasioni, la seconda clamorosa palla gol per i sudamericani arriva nel secondo tempo. E' il 65esimo, e il portiere della Juventus è monumentale su Suarez, che colpisce a tu per tu di punta, a botta sicura. Niente da fare, c'è Gigi. Impalpabili - E l'Italia? Poca, pochissima roba. Ci si ricorda una maledetta di Pirlo nel primo tempo, un tiro svirgolato dall'impalpabile Immobile e poco, pochissimo altro. Dopo la rete subita rischiamo di capitolare: Stuani gestisce malissimo il contropiede che poteva trasformarsi in un semplicissimo due a zero. Quindi cinque minuti di recupero, cinque minuti di rabbia scomposta, dove Cassano prova la giocata ma non la trova, dove come un po' in tutto il resto di questa amarissima partita, semplicemente, non combiniamo nulla. Cambi sciagurati - Dicevamo, l'arbitro, certo. Quella espulsione scandalosa. Quel morso di Suarez non visto (e anche un rigore per l'Uruguay piuttosto netto, in verità). Ma anche Prandelli. Non solo per l'Italia che ha portato al Mondiale e che ci ha presentato. Ma anche, e oggi soprattutto, per una gestione dei cambi che lascia perplessi. Balotelli, nervosissimo e ammonito, fuori alla fine del primo tempo. Pacifico. Ma al suo posto entra Parolo, quasi a difendere il risultato, restiamo senza attaccanti. Poi la sfortuna: Verratti, migliore in campo, si fa male. E chi entra per lui? Thiago Motta, che per quel che aveva giocato, di sicuro, non aveva brillato. E non ha brillato neppure oggi. Prandelli, sempre nel secondo tempo, ha sostituito anche Ciro Immobile, capocannoniere di Serie A e protagonista di una brutta partita, vero. Ma al suo posto è entrato Antonio Cassano: di fatto l'Italia, pur in dieci, si è trovata a giocare senza punte. Ogni palla passava da Cassano, quel Cassano che sì ci ha provato, ma era lo stesso Cassano che contro la Costa Rica, semplicemente, non ha azzeccato mezza giocata. Un bis amaro - E' finita, insomma. Quasi non è iniziata. Ci eravamo illusi contro l'Inghilterra. Illusi, appunto: l'Inghilterra ha chiuso il girone con un punto (strappato nell'ultima partita con il Costa Rica). Insomma, quella britannica è una squadra modesta. Proprio come la nostra, sconfitta da Costa Rica e Uruguay. Una squadra modesta e con tutta probabilità sbagliata. Era "sbagliata" la condizione fisica e pure quella psicologica. Così come, e sono in molti a pensarlo, erano sbagliati i giocatori, i convocati. Una squadra senza attaccanti non va da nessuna parte. Anzi sì: torna a casa, subito, proprio come nel 2010. Una fallimento totale. Un fallimento mondiale. di Andrea Tempestini @antempestini

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