Milano, il fumo e il divieto di Sala che profuma di iconoclastia
Se la sigaretta non fosse mai stata inventata? Che mondo sarebbe stato il nostro senza il fumo? Il seguace dell’utopia salutista non ha dubbi: sarebbe stato un mondo migliore, con meno morti per tumore, con persone con i polmoni più sani, con vite più sane e felici. La sua concezione della vita è meramente quantitativa: non vale come si vive ma quanto si vive. E poco a lui importa della sanità mentale, quel che conta è una sanità fisica molto spesso solo presunta.
Quel che sicuramente si può dire è che il nostro immaginario comune sarebbe stato molto più povero, che molti artisti non avrebbero lenito con una sigaretta accesa le loro ferite d’animo e non avrebbero trovato alimento alla loro creatività, che altre e più pericolose valvole di sfogo sarebbero state trovate per lenire le sofferenze connesse alla condizione uma na.
Alda Merini, divoratrice seriale di sigarette, lo ha detto meglio di chiunque altro, con la forza icastica che solo i versi della poesia possono avere. «Apro la sigaretta/Come fosse una foglia di tabacco/E aspiro avidamente/L’assenza della tua vita». Senza sigarette molta grande letteratura non sarebbe esistita. Perché cosa è la grande, vera letteratura se non una miscela ben calibrata di piacere e trasgressione, proprio come è il fumo che dà forza e insieme danneggia il nostro corpo, ma solo un po’? Quale farmaco potrebbe essere più efficace per noi di quello che ci impone di assumere in dosi omeopatiche una quota di “veleno”?
Si fuma non con la bocca ma con la mente e con tutto se stesso: i cerchi concentrici che la sigaretta lascia sono una metafora perfetta del procedere dei pensieri in attesa di un compimento che ci sarà ma non sarà mai definitivo. Il fumo è metafora della vita, di tutte le realizzazioni che si raggiungono ma che mai ci soddisfano.
«È squisita e lascia insoddisfatti. Che cosa si può volere di più?», si chiedeva Oscar Wilde. L’ultima sigaretta non sarà mai l’ultima, come ben sapeva lo Zeno della Coscienza in cui si rispecchiava il suo autore, fumatore con senso di colpa come sono quasi tutti i fumatori. E che dire di Castorp, il protagonista del La montagna incantata di Thomas Mann, solido borghese tedesco, che tesse il suo elogio al fumare, simbolo di raffinatezza e sano snobismo? «Non capisco come si possa non fumare - egli dice - ci si rimette la parte migliore della vita e in ogni caso un piacere squisito». E ancora: «Un giorno senza tabacco sarebbe per me il colmo dell’insulsaggine, una giornata del tutto vuota e senza attrattive, e se la mattina dovessi prevedere: oggi non avrò niente da fumare... credo che non avrei neanche il coraggio di alzarmi, in verità, rimarrei a letto».
Senza sigarette la vita di molti sarebbe stata più povera, piatta, perché la sigaretta acuisce i sensi come ben sapeva anche Albert Camus. «Essere il raggio di sole in cui si consuma la mia sigaretta, questa dolcezza, questa passione discreta che respira nell’aria. Se cerco di raggiungere me stesso, è proprio in fondo a questa luce. E se tento di comprendere e di gustare questo sapore delicato che svela il segreto del mondo, sono ancora io ciò che trovo in fondo all’universo».
Anche Benedetto Croce, filosofo delle forme ma tutt’altro che “olimpico”, si concedeva sereno una sigaretta nella pausa dei suoi lavori. E anche il mondo dell’arte che sarebbe senza la pipa di René Magritte, con le sue mille allusioni fra linguistica e metafisica sul senso e sul significato, sul dire e sull’alludere, sul non detto che sempre ci accompagna e mai possiamo eliminare? In verità, dietro l’utopia salutista si annida una mentalità totalitaria e illiberale: con essa si vuole imporre agli altri i comportamenti e in più si vuole eliminare dalla vita quella quota di vizio che è necessaria alla stessa virtù . Il diavolo a volte non è che l’uomo d’affari del buon Dio. E una vita serena e senza vizi è una distopia, un incubo, ammesso e non concesso che sia possibile. È la mentalità perfezionistica il virus che ha infettato la mente degli stolti, che nel nostro tempo sono veramente tanti. E ci sono coloro che per i loro scopi sono sempre pronti a strumentalizzare la stoltezza altrui.