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Caccia alle Olimpiadi invernali 2026: tra Milano e Stoccolma ballano 3 voti

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Cristina Agostini
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La delegata della Papua-Nuova Guinea, la signora Auvita Rapilla, voterà Milano-Cortina perché l' occasione di fare shopping in via Montenapoleone non vuol perderla. E quando le ricapita? Un «addetto ai lavori» turco, inviato a Roma per seguire la vicenda Totti, è stato ancor più chiaro: la Turchia voterà Italia, perché lassù, nel Nord Europa, i suoi connazionali non vogliono andarci. Ecco, per quanto possa sembrare paradossale, le vere variabili indipendenti del voto di Losanna, dove il prossimo lunedì alle 16 i delegati del Cio (95 i membri effettivi, circa 86 i votanti) voteranno per decidere chi ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026 fra Milano-Cortina e Stoccolma-Aare, sono proprio queste. Umori personali e malumori generazionali. E fra le umoralità in grado d' incidere sul voto vanno annoverate anche quelle dei delegati africani, spesso molto più attenti agli «affari» extrasportivi dei risultati in pista. Sì, d' accordo lo spirito olimpico. Ma oro e petrolio durano più delle medaglie, soprattutto se di tratta di competizioni invernali. E poi c' è la variabile generazionale. Il vecchio potere olimpico, incarnato dalla delegata svedese, la potente signora Gunilla Lindberg (eletta nel 1996), contro lo spirito dei tempi nuovi, riconducibile proprio al presidente del Coni, Giovanni Malagò (nominato quest' anno). Da una parte, come hanno scritto in molti nei giorni scorsi, il cartello delle «teste coronate», nei confronti delle quali la sovrana svedese si è spesa con tutti i mezzi a sua disposizione. Dall' altra il nuovo mondo olimpico, con i delegati di recente nomina, come Malagò, tarati più sulla sostanza che sull' apparenza. Insomma, una bella competizione. Al punto da mettere in difficoltà anche i bookmakers inglesi: al momento Milano-Cortina è la preferita, ma solo di qualche decimale. L' opera di persuasione svedese, però, non sembra essere stata molto pervasiva. Il Granduca di Lussemburgo, Henry, ed il principe ereditario del Bhutan, Jigyel Ugyen Wangchuck, sono i due reali che non saranno presenti a Losanna. Quindi il quorum per la vittoria è fissato, per il momento, a quota 42 voti e non 44 (considerata inizialmente dalle due candidature l' asticella da superare), visto che fonti qualificate internazionali confermano anche l' assenza della tiratrice slovacca Danka Bartekova, impegnata a Minsk nei Giochi europei. Con l' Italia ci sono sicuramente Russia e Cina, e buona parte dei Paesi europei. Gli Stati Uniti, grazie al viaggio di Matteo Salvini alla Casa Bianca e al lavoro sotterraneo di Franco Carraro, potrebbero arrivare di rincorsa, portandosi dietro gli altri Paesi che ruotano nell' orbita delle stelle e striscie. Dunque la corsa di Milano-Cortina verso l' assegnazione assomiglia ad corpo un corpo e la vittoria si gioca sul filo di pochissimi voti di scarto, 3 al massimo. Del resto l' assenza dei due rappresentanti delle case reali viene considerata, in ambiente olimpico, come un segnale certo non positivo per Stoccolma-Aare. A guidare la delegazione svedese ci sarà comunque la principessa Vittoria, erede al trono della monarchia, che ovviamente ha un particolare feeling col mondo delle case reali. A Losanna, nel giorno del voto, a rappresentare l' Italia, oltre agli olimpionici, ci saranno anche i rappresentanti del governo. E fra questi potrebbe esserci proprio Matteo Salvini. Intanto a nella città svizzera è già arrivato il presidente del Coni, che ha iniziato a prendere contatti con i suoi colleghi del Cio, in moda da scambiare opinioni e informazioni sul dossier di Milano-Cortina, soprattutto con i membri dei Paesi non coinvolti direttamente con i Giochi Invernali. Anche la Svezia si sta muovendo nei corridoi dell' hotel che ospita i membri del Cio. La delegata svedese, la signora Lindberg, è molto attiva e punta le sue carte soprattutto sul fatto che le Olimpiadi invernali non sono mai state ospitate nel paese scandinavo. di Enrico Paoli

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