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Il picconatore Kabobo, per il pm: "Chiari segni infermità mentale"

Mada Kabobo

Richiesta la perizia psichiatrica sul 31enne ghanese che l'11 maggio scorso uccise a colpi di piccone tre passanti

Marta Macchi
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Sono passati dieci giorni da quando, quell'11 maggio all'alba, il ghanese Mada Kabobo uscì per strada e diede sfogo ad una lucida follia: colpendo a picconate cinque persone, tre delle quali rimaste uccise. Sull'episodio, molto discusso, ancora si spacca l'opinione pubblica: colpa dell'immigrazione clandestina. Kabobo, interrogato dagli uomini del Nucleo radiomobile di Milano, subito dopo la strage si giustificò così: "Quando fumo droga e bevo alcol  le voci che sento nella mia testa sono molto più forti, molto più nitide e mi dicono cosa devo fare". Da qui la teoria che, il ghanese, non fosse pienamente lucido nel compiere il massacro. A sconfessare la testimonianza dell'omicida però i risultati negativi degli esami tossicologici: nessun stupefacente era presente nel suo sangue. Oggi dalla documentazione medica trasmessa dalla casa circondariale di Milano e in seguito alle dichiarazioni di Kabobo durante l'interrogatorio emerge invece che l'imputato porti "Segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale": così, per lo meno, illustra il pm milanese Isidoro Palma che ha richiesto una perizia psichiatrica per il 31enne. Ora si attende il responso del gip Andrea Ghinetti che deciderà se concedere, o meno, l'esame psichico.

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