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Escort e caso Tarantini: Berlusconi indagato

Bari, Procura iscrive il Cav nel registro degli indagati: "Indusse l'imprenditore a mentire, sapeva che erano prostitute"

Giulio Bucchi
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Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bari per il caso Tarantini: secondo i pm, il Cavaliere comprò il silenzio di Giampaolo Tarantini, l'imprenditore pugliese accusato di organizzare le serate dell'ex premier con alcune escort. In concorso con Valter Lavitola, agli arreti a Napoli, avrebbe indotto Tarantini "a mentire o comunque a non rendere dichiarazioni" ai pubblici ministeri di Bari che procedevano nell'inchiesta sul giro di escort" a palazzo Grazioli e Villa Certosa. Se giudicato colpevole, Berlusconi rischia la reclusione da 2 a 6 anni. "Un atto dovuto, a questo punto speriamo arrivi al più presto l'archiviazione", è il commento stringato di Niccolò Ghedini, avvocato del Cav. Silenzi e reticenze - La vicenda è lunga, lunghissima. Già lo scorso settembre l'iscrizione del Cav nel registro degli indagati sembrava ad un passo. A pesare ora è una pesante serie di intercettazioni telefoniche (100mila, fanno sapere fonti vicine alla Procura). Tarantini e sua moglie Nicla erano stati arrestati la scorsa estate. Da allora, sottolineano i pm, "la condotta processuale assunta da Tarantini era volta a tenere il più possibile 'indenne' il presidente del Consiglio da verosimili danni alla sua immagine pubblica derivanti dalla divulgazione dei risvolti più 'sconvenienti' del processo". Perché avrebbe taciuto? Convinto dalla "promessa (anche tacita o facta concludentia quali la nomina e la retribuzione di un avvocato indicato dal suo entourage) da parte del premier di 'farsi carico' della situazione di Tarantini". Questo perché, è il sospetto della Procura, "Silvio Berlusconi era pienamente consapevole che le ragazze portate nelle sue residenze da Giampaolo Tarantini erano delle escort".

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