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Grillo: "Politici, dei mentecatti" Così toglie voti alla sinistra

Il leader Cinque stelle avverte la casta: "Parte una piccola Norimberga. Il popolo verrà a prendervi casa per casa"

Nicoletta Orlandi Posti
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Beppe Grillo entra ufficialmente in campagna elettorale. Ieri era a Borgomanero, in provincia di Novara, per un comizio. Domani sera sarà a Monza, in piazza Roma, per presentare la sua lista. Il Movimento Cinque stelle sarà sulla scheda elettorale in 103 diversi Comuni, piccoli e grandi, da Nord a Sud. Ovunque minaccia di parare il possibile goal a porta vuota del centrosinistra, impedisce al Pd di approfittare dentro le urne del momento di difficoltà del Pdl e dell'alleanza mancata con la Lega. Ad Alessandria o a Como, per esempio. La lista-Grillo aumenta la confusione in città con troppi candidati, come a Palermo, rendendo aperto l'esito e, altrove, come in Emilia, dove il comico raccoglie moltissimi voti ex comunisti, supera il 10%, potrebbe consentire una finora improbabile vittoria del centrodestra. In giro con il camper - Ma il «tour elettorale» del comico che sogna di fare il politico, è soltanto a metà. Partito a bordo di un camper il 9 aprile da Trani, di qui al 4 maggio, quando è prevista la chiusura ad Alessandria, altro capoluogo in bilico, avrà arringato le sue folle in 65 città. Tra un comizio e l'altro il comico scalda i suoi potenziali elettori col consueto mezzo, il blog. È lì che scrive le cose più forti, attacca ad alzo zero. Ieri, addirittura, ha minacciato un “tribunale del popolo” per tutti i politici. «Vi accuso di essere dei mentecatti, dei dilettanti, dei signor nessuno che hanno vinto il biglietto della lotteria in Parlamento, gente che solo un anno fa negava la crisi». La democrazia, si sa, non piace molto al comico genovese: «Cosa farete in futuro lo deciderà una giuria di cittadini incensurati estratti a sorte. In fondo gli italiani sono brava gente. Non preoccupatevi troppo quando vi sarà sequestrato il passaporto». E poi ha rincarato la dose: «Dobbiamo fare una piccola Norimberga - facendo riferimento ai processi ai criminali nazisti che si tennero nella città tedesca dopo la seconda guerra mondiale - al cui termine vedremo quale lavoro socialmente utile fargli fare». Sondaggi in crescita - La strategia è chiara: antipolica, tutti uguali, tutti ladri. Niente di costruttivo, niente programma, niente ragioni per cui chiedere il voto ai cittadini. Ma a Grillo, per ora, va bene così. I sondaggi, complice il clima “consociativo” delle larghe intese, lo danno sopra il 9 per cento a livello nazionale, terzo partito dopo Pd e Pdl.  L'argine che le principali formazioni stanno cercando di mettere tra loro e lui, però, evidentemente funziona. Tanto che ieri il comico si è voluto difendere: «Ehi! Non pensate di cavarvela così. Con qualche comparsata televisiva, con Rigor Montis,  sparando frasi fatte sull'antipolitica». L'unico che salva, per evidenti ragioni tattiche, è Umberto Bossi: «Non sapeva niente dei soldi». Lo scopo chiaro: ruspare qualche voto in uscita dal Carroccio. Ieri si è preso gli strali da destra e sinistra. «Grillo è nazista, ha superato ogni limite», risponde a tono Guido Crosetto del Pdl. «Parole violente che svelano la sua vera natura», accusa Debora Serracchiani del Pd. Solo «antipolitica e qualunquismo», per Gianpiero D'Alia, Udc. Una dura presa di distanza viene anche dalla sinistra radicale. Per Vendola «l'antipolitica è la variante pericolosa della cattiva politica», Grillo uno che «attraverso le bestemmie salvifiche pensa di voler far sparire il mondo dei cattivi». L'unico che sembra capire il comico è Renzi, che ne approfitta per prendersela con Bersani: «Caro segretario, tira fuori il coraggio, convinci i colleghi a dimezzare il numero dei parlamentari». «Ci criticano, parlano di demagogia, perchè sono terrorizzati», ha rilanciato Grillo. I conti si faranno dopo il voto. di Paolo Emilio Russo

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