La madre è a San Patrignano E' giusto toglierle il figlio?
Lei è in comunità e il giudice ha deciso di separarla dal piccolo. I servizi sociali: "Trauma irreversibile". Il sondaggio
Una madre con una storia difficile. E un figlio che rischia di rimanere solo. Una vicenda complicata, di quelle in cui la burocrazia decide di vite altrui. Il bambino ha solo tre anni, suo padre è tornato in Marocco dopo anni di droga, alcol e carcere. Non l'ha mai conosciuto. Sua sorellina è morta quando aveva pochi mesi. Le è rimasta solo la mamma, una giovane toscana con problemi di tossicodipendenza. Lei vive a San Patrignano, comunità dove si sta disintossicando. Uniti poi separati - I servizi sociali, racconta il Corriere della Sera, hanno riunito madre e figlio, trovando una sistemazione comune nella comunità. "Lei è legatissima al figlio, nonostante una capacità genitoriale condizionata da una grande fragilità emotiva", raccontano gli operatori. Ora tutto questo è a rischio. Il Tribunale dei minori di Firenze, lo stesso che qualche mese fa li ha riuniti, ha cambiato impostazione, intimando che il bambino venga riportato in una casa protetta, in vista di un percorso destinato a sfociare nell'adozione. Scelta inspiegabile - A San Patrignano nessuno vuole crederci e si preparano a lottare: "È una scelta inspiegabile", scrivono dalla comunità di recupero, "Il piccolo sta vivendo con serenità il rapporto affettivo con la madre. Un repentino distacco rappresenterebbe un ulteriore trauma: ci opporremo con tutti i mezzi consentiti dalla legge". La prima azione di resistenza è andata in scena ieri quando alle porte della comunità si sono presentati i servizi sociali per prelevare il piccolo. "Oggi è malato, non può essere prelevato, ripassate un'altra volta", hanno risposto gli operatori di San Patrignano. Ma è questione di tempo, sanno che la decisione che ha valore è quella del giudice. E lui ha deciso di separare ancora una volta madre e figlio.