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Il delirio di Breivik: "Fu uno spettacolo. Rifarei tutto"

Oslo, l'autore della strage di Utoya si difende in aula: "Morire per mio popolo non è solo un diritto, ma un dovere"

Andrea Tempestini
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"Rifarei tutto di nuovo". Non ha  mostrato alcun rimorso Anders Behring Breivik nella lunga dichiarazione letta oggi, martedì 17 aprile, in aula durante la seconda udienza del processo a suo carico per le stragi di Oslo e Utoya. Anzi, Breivik ha paragonato i 69 ragazzi uccisi al campeggio laburista nell'isola di Utoya, dopo aver fatto esplodere le bombe che hanno ucciso altre otto persone ad Oslo, a membri della Gioventù nazista. "Non erano innocenti, ma ragazzi civili e attivisti politici che promuovevano il multiculturalismo". Breivik ha ribadito che rifarebbe "tutto di nuovo" perché ispirato "dal bene e non dal male". Il folle ha poi spiegato che trascorrere la vita in prigione o morire per il suo popolo sarebber per lui "il più grande onore. Morire per il nostro popolo non è soltanto un nostro diritto ma un dovere. Non sono spaventato dalla prospettiva di stare in prigione per il resto della mia vita. Sono nato in una prigione...una prigione che si chiama Norvegia", ha affermato l'estremista. Un lampo di follia - Breivik ha iniziato così la sua testimonianza al processo di Oslo. Anche nel secondo giorno del processo, al momento dell'ingresso in aula, si è rivolto ai parenti delle vittime con il saluto nazista: stesso saluto e stessi occhi di ghiaccio. Poi, sicuro di sè, con un lampo di follia sul fiso, si è girato verso la platea offrendosi con ostentazione ai flash dei fotografi che lo bersagliavano di scatti. Molti temono che la testimonianza di Breivik possa essere sfruttata per rilanciare la sua ideologia islamofoba, ossia le convizioni a cui il 33enne norvegese ha fatto appello per giustificare le sue azioni "crudeli ma necessarie". Giudice voleva pena di morte - Uno dei cinque giudici popolari nel processo ad Anders Behring Breivik è stato sostituito: lo ha deciso il Tribunale distrettuale di Oslo, dopo che era emerso che, all'indomani del duplica attentato, il giurato aveva invocato la pena di morte per l'estremista di destra. In apertura della seconda giornata di udienza, sia l'accusa che la difesa di Breivik avevano ricusato il giudice popolare. Dopo una pausa di 30 minuti per decidere, il giudice Wenche Elizabeth Arntzen, ha stabilito che il giudice popolare Thomas Indreboe era inadatto a giudicare Breivik e lo ha sostituito con uno dei giurati supplenti, già presente in aula.

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